Denunciati anche Vito Ottombrini (utilizzatore), il suo Comitato elettorale e il Comitato per la Liberazione di Ruvo.
Godetevi tre pagine di pura follìa giuridica
(e vai con un’altra querela…;-)
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TRANI
DENUNCIA — QUERELA
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Io sottoscritto Dott. Matteo Paparella, nato a Ruvo di Puglia il 21.04.1953 ed ivi residente alla via A. Volta n. 14/c, rappresentato e difeso dall’Avv. Giacomo Gramegna in virtù di procura in calce al presente atto e presso di questi elettivamente domiciliato in Ruvo di Puglia alla Piazza F. Cavallotti n.6, espongo quanto appresso. In qualità di medico svolgo attualmente le funzioni di Dirigente Sanitario della ASL BA ed in qualità di Dirigente medico responsabile, dirigo l’Ufficio di Igiene e Prevenzione di Ruvo di Puglia. Sul piano politico, ho rivestito in passato la carica di primo cittadino del Comune di Ruvo di Puglia, nonché, nel periodo 1999 — 2004 la carica di assessore provinciale, incarico, quest’ultimo che ho ricoperto anche recentemente fino al 30.03.2011. Attualmente sono impegnato, in veste di candidato sindaco, nella competizione elettorale amministrativa del Comune di Ruvo di Puglia per l’elezione del nuovo sindaco nonché per il rinnovo della giunta e del consiglio comunale.
E’ accaduto che durante questi giorni di campagna elettorale, l’esponente sia stato fatto oggetto
di ingiurie e diffamazioni gratuite, infamanti ed insopportabili, svolte anche a mezzo stampa, da parte del sig. Mario Albrizio, in seguito meglio generalizzato.
Ed invero, in data 12.05.2011 veniva pubblicata sul sito internet http://ruvolibera.com/ una lettera, a firma del sig. Mario Albrizio, nella quale il suo autore ha largamente oltrepassato i limiti del diritto di cronaca e di critica politica, ed ha violato apertamente l’obbligo di rispettare la verità obbiettiva delle affermazioni che si riferiscono mediante l’attribuzione di fatti determinati, di estrema gravità. L’autore dell’articolo pubblicato, infatti, non ha in alcun modo rispettato la verità obbiettiva ed ha conseguentemente trasformato la contingenza storica, ovvero la competizione elettorale in corso, in un’occasione per aggredire la reputazione dell’odierno esponente, bene garantito dall’art. 2 della nostra carta costituzionale. Come ben noto, non può infatti configurarsi come esercizio del diritto di critica, l’attribuzione al sottoscritto, anche se avversario politico, di fatti o comportamenti che comportino un giudizio di disistima. Ma v’è di più. Il sig. Mario Albrizio travalicando i limiti che circoscrivono l’ambito di esercizio del diritto di cronaca, ossia i limiti dell’interesse pubblico e sociale, della continenza e della verità dei fatti ha proceduto alla disinvolta attribuzione di fatti bene determinati, i quali pur non essendo stati apparentemente rappresentati con estremi circostanziabili di luogo, di tempo e di modo, sono stati sufficientemente delineati nel loro carattere e nei loro elementi essenziali, in modo che da essi ne sia derivato quell’aspetto di più agevole credibilità come fatto reale. Si fa particolare riferimento alle seguenti espressioni: “Così come il preside Montaruli non è uscito vivo dal tunnel in cui probabilmente proprio tu l’ hai precipitato: morto suicida qualche anno dopo. Una persona pulita, che non è sopravvissuta psicologicamente al più grande massacro didattico ed istituzionale della storia di questa città. Un comandante valoroso, sconfitto e privato di scalpo dal capo politicamente più sleale e selvaggio della nostra storia. Sono sicuro che c’è anche lui, con me, adesso. Insieme ad un intero liceo oltraggiato, violentato, saccheggiato e distrutto dalle tue orde barbariche”, la cui gravità emerge ictu oculi, sul piano della offensività penale in danno del sottoscritto querelante. I fatti, e solo questi – non le congetture, le ipotetiche versioni, non corroborate da alcun elemento probatorio, né mai fatte oggetto di specifico accertamento all’interno di un procedimento penale o civile – (Vds. l’espressione, “Sentenze gravi, relative a comportamenti giuridici (tuoi) gravi, … “)
devono invero essere narrati in modo da evitare gratuite aggressioni dell’altrui onorabilità ed in maniera corrispondente tra quanto accaduto e quanto esposto. Personale attribuzione di fatti e circostanze, quelle appena enunciate, non solo gravemente lesive dell’immagine, del decoro e dell’onore personale dell’odierno querelante ma anche astrattamente riconducibili – per la loro gravità, i contenuti e le conseguenze astrattamente configurabili – alla fattispecie della calunnia. L’agente trascendendo, all’interno del suo articolo, il diritto all’esercizio di cronaca e critica dell’opera dell’odierno esponente, ha profuso attacchi personali diretti a colpire su un piano individuale la figura morale del sottoscritto; infatti nel caso in esame l’esercizio del diritto critica politica e di cronaca non è rimasto confinato nell’ambito di una seria esposizione oggettiva dei fatti e di una critica misurata ma è trasceso nel campo dell’aggressione alla sfera morale dell’odierno esponente, penalmente rilevante: “Sul tuo certificato elettorale dovrebbe esserci scritto a caratteri cubitali, per il bene di tutti: SE LO CONOSCI LO EVITI”. L’intero articolo pubblicato sul sito internet contiene l’evidente intento dell’agente di esprimere il proprio disprezzo per l’interlocutore e costituisce una plateale offesa al prestigio, all’onore, al decoro ed alla dignità del sottoscritto e tanto emerge anche dalle modalità complessive con le quali le notizie all’interno del medesimo articolo, vengono date:; “Attila (Lettera a Matteo); “…Boss politico”; “Non avevo neanche minimamente idea dell’inferno clientelare contro il quale mi aveva chiamato il destino”; “Tutti i colleghi e il personale ATA furono avvicinati da Attila o dai suoi soldati”.
Il contenuto della lettera è stato poi letteralmente riprodotto in un manifesto e/ cartellone elettorale, che dir si voglia, affisso per le pubbliche vie della cittadina di Ruvo di Puglia in data 24.05.2011 a firma di tale “Comitato di liberazione per Ruvo di Puglia”, con evidente lesione, grave e volontaria, della mia reputazione, dignità morale, onore e decoro. Il cartellone, che, in calce, invita espressamente a votare l’esponente della colazione politica opposta, candidato sindaco Vito Nicola Ottombrini, è stato poi addirittura esposto in pari data presso la sede del comitato elettorale del ridetto candidato sindaco Ottombrini, ubicato in Ruvo di Puglia al Corso Cavour n.43, con evidente condivisione dei contenuti e dell’iniziativa da parte del medesimo comitato elettorale. Anche tale circostanza costituisce una palese forma di lesione della reputazione, onore decoro e dignità del sottoscritto. Alla luce dei fatti sopra esposti, io sottoscritto Dott. Paparella Matteo, sporgo formale e legale
DENUNCIA – QUERELA
Con espressa richiesta di penale punizione nei confronti di: sig. Mario Albrizio residente in Ruvo di Puglia alla Via M.R.Imbriani n.20, in qualità di autore dello scritto offensivo; del “Comitato di’ liberazione per Ruvo di Puglia”, in persona del legale rappresentante pro-tempore e/o dei legali rappresentanti pro-tempore, quale propalatore dello scritto offensivo medesimo; del legale rappresentante pro-tempore e/o dei legali rappresentanti pro-tempore del comitato elettorale del candidato sindaco Vito Nicola Ottombrini, quale utilizzatore e/o propalatore anche in concorso con i prefati, per i reati di ingiuria e diffamazione a mezzo stampa aggravate e calunnia, nonché per tutti gli altri reati che nella descrizione innanzi operata possano ravvisarsi nei confronti del medesimo sig. Mario Albrizio e del legale rappresentante pro tempore del Comitato liberazione per Ruvo di Puglia e del legale rappresentante del Comitato elettorale del candidato sindaco Vito Nicola Ottombrini. Chiedo che si proceda alle indagini presso la tipografia e/o lo stampatore che hanno proceduto alla riproduzione seriale del cartellone elettorale, anche ai fini della inviduazione degli autori dei reati sopra denunciati, con richiesta di sequestro penale del materiale in questione. Chiedo di essere formalmente informato — ai sensi degli artt. 408 — 410 c.p.p. — in denegata ipotesi di eventuale richiesta di archiviazione formulata dal P.M. e mi oppongo – ex art. 459 c.p.p. – alla eventuale definizione del procedimento mediante emissione del decreto penale di condanna. Riservo la costituzione di parte civile nell’instaurando procedimento penale. Si allega: Copia dell’articolo pubblicato sul sito internet http://ruvolibera.com/ del 12.05.2011; Riproduzione fotografica del manifesto diffuso dal “Comitato di liberazione per Ruvo di Puglia” esposto presso la sede del comitato elettorale del candidato sindaco Vito Nicola Ottombrini.
Ruvo di Puglia/Trani, lì 25/5/2011
Procura Speciale: alI’Avv. Giacomo Gramegna del Foro di Trani, io sottoscritto Matteo Paparella, nato a Ruvo di Puglia i121 .4.1953 ed ivi residente alla via A. Volta n.14/c, conferisco ogni più estesa facoltà di legge, affinché, quale mio procuratore e difensore provveda a depositare innanzi ai competenti Uffici la su estesa denuncia-querela e, di poi, mi rappresenti e difenda nel successivo instaurando procedimento, ivi incluse le facoltà di transigere,conciliare, farsi sostituire da colleghi, quietanzare, proporre opposizioni ed impugnazioni, costituirsi parte civile, depositare integrazioni documentali, memorie, istanze ed impugnazioni, appello e ricorso per cassazione, nessuno escluso — con espressa ratifica di quanto precede,nonché con promessa di rato e valido del suo operato e dispensa da rendiconto. Edotto della normativa in tema di privacy e trattamento dati personali, autorizzo l’uso di tutti i miei dati, sensibili e non. Convengo la determinazione dei compensi con riferimento alle tariffe di cui al D.M. n.127/2004. Eleggo domicilio presso il nominato procuratore in Ruvo di Puglia alla Piazza F. Cavallotti n.6
Ruvo di Puglia, lì 25/5/2011
f.to Dott. Matteo Paparella
E’ autentica la firma
Avv. Giacomo Gramegna