L’hanno piazzata lì, proprio davanti al mio ufficio, poco più di un mese fa.
A uno sguardo distratto, potrebbe sembrare una passante tra i tanti, mentre attraversa uno dei magnifici Corsi della città.
L’occhio tuttavia non è sciocco. Capisce subito che qualcosa non va. Perché di solito chi attraversa la strada non lo fa passando sui tetti delle auto.
Ma è un trompe l’oeil giunto ormai alla fine. Perché fra tre giorni scarsi la vecchia signora impiccata avrà il suo momento di gloria.
Esploderà e brucerà
scontando forse tutti i mali, cancellando magari i peccati e purificandosi essa stessa con le fiamme.
Un Medioevo che non passa. Ma ehi, che vuoi farci? E’ la tradizione, baby!
Nessuno sa quali siano le sue colpe. Ma è donna. E’ vecchia. Ed è vestita di nero. In altri tempi, sarebbe bastato.
Ma oggi? Qual è il messaggio?
Nessuno. Solo violenza simbolica e spettacolo. E la consolazione per i (pochi) turisti che dovessero esserci. Perché penseranno: uao, questi stanno messi pure peggio di noi...
Poco più di un mese che “ci conosciamo”. E in un mese ne accadono, cose. Alla fine ci si affeziona. Ci si ingelosisce anche un po’, veder passare un’intera sfilata di bersaglieri sotto le sue gonne…;-)
Ed ora tutto questo è andato. Non ce la faremo a salvarti, Bella Signora. Assisteremo impotenti alla tua disintegrazione.
Promettiamo però di impegnarci perché questa sia l’ultima volta. Lo so, non è granché come consolazione.
Ma il prossimo anno non vogliamo più vedere vecchie donne arrostite e deflagrate in un giorno che dovrebbe essere di massima festa. Per di più, al passaggio della più festosa delle processioni.
Noi siamo laici. E la cosa già ci disturba. Ma non dovrebbe essere ancor più intollerabile, pensare che Gesù risorto possa causare l’esplosione della più vecchia e fedele delle sue parrocchiane?
No, direi che non va bene. La tradizione? Come tutto il resto, si adatterà. Oppure che scompaia.
Immagino che un giorno, davanti a Dio, qualcuno chiederà: ma perché noi dobbiamo morire, anziché vivere in eterno?
E sono sicuro che Dio risponderà qualcosa di meglio che: Ehi, baby: è la tradizione!
Ai nostri giorni noi le donne le rispettiamo, a qualunque età e in qualunque condizione, laiche o atee o credenti di qualunque religione vissuta con autenticità.E’ questo il messaggio che vogliamo e che dobbiamo dare.
Proponiamo che dal prossimo anno la Quarantana non sia più impiccata come una vecchia strega, ma issata su un sostegno che la metta in evidenza, senza colpevolizzarla ma anzi esaltandola.
Che il messaggio sia: una donna, anche alla fine della vita, è sacra e piena di belle sorprese.
La si ricolmi di doni per i bambini poveri, e caramelle (o, meglio, dolci fatti in casa) per tutti. Che sia un momento di condivisione, piuttosto che di violenza per quanto simbolica. Il messaggio di vita di Cristo risorto ne troverebbe più logica conferma.
E i fuochi d’artificio, se devono esserci, che le stiano lontano. Deve rimanere integra, e dare i suoi doni in allegria.
Questa è la Quarantana che vogliamo. Che ne pensano i nostri Lettori e i Cittadini?
Ma per te, mia Bella Signora, è troppo tardi. Chiediamo al Comune di intervenire e di salvarti già da ora. Ma non ci facciamo illusioni.
Addio, mia Bella Signora. Non ho mai neanche saputo il tuo nome. Spero solo che non ti chiami Speranza.
mario albrizio