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RuvoLibera

Pupazzi all’incasso

13 Aprile 2012

Dal “Corriere della sera” riprendiamo un articolo su un tema di grande attualità

E da noi? Racconta l’esperienza con la tua banca.


LETTERA DI UN BANCHIERE AL NEW YORK TIMES

«Pensano soltanto a fare soldi
Ecco perché lascio Goldman Sachs»

Goldman Sachs, quartiere
generale a Manhattan (Afp)

«Ambiente tossico. Arricchirsi unico credo. I clienti? Pupazzi» La replica del numero uno del colosso bancario: «Falso»

MILANO – Lettera choc al New York Times di un banchiere dimissionario sulla vita in Goldman Sach una delle prime banche d’affari nel mondo, il gruppo finanziario che ha dato tanti “tecnici” ai governi americani (e non solo americani), in particolare all’amministrazione Obama, a partire da Tim Geithner, il ministro del Tesoro. Nel j’accuse che il quotidiano newyorkese pubblica nella pagina degli editoriali e dei commenti Greg Smith, già capo dei derivati in Europa, Africa, Medioriente, parla di «un ambiente mai stato più tossico e distruttivo come ora» e che avrebbe smarrito l’etica e la cifra che un tempo ne faceva un’ istituzione del paese. «Niente di illegale» precisa l’autore, ma il «fare soldi» sembra oggi l’unica mission da inseguire anche a spese dei clienti che alcuni in banca chiamerebbero «muppets», pupazzi. Un attacco frontale alla gestione di Lloyd Blankfein, il Ceo, che scrive a sua volta ai dipendenti: «Che delusione, nulla di vero».

WAKE-UP CALL – «Oggi è il mio ultimo giorno a Goldman Sachs e dopo averci lavorato per 12 anni posso dirvi che l’ambiente nella banca non è mai stato più tossico e distruttivo di adesso». «Una volta Goldman stava dalla parte dei clienti», tempi andati secondo il manager che sostiene di aver «visto almeno cinque dirigenti definire i loro clienti muppets, pupazzi, nelle email interna. Una volta la leadership dipendeva dalle idee e dagli esempi che davi «ora se generi molti soldi per l’azienda, vieni promosso». «Spero che questa possa essere una sveglia per il consiglio d’amministrazione, il cliente deve tornare a essere il punto focale dell’azienda»

LA REPLICA – «Non occorre neppure dire quanta delusione c’è per le affermazioni di questo individuo, affermazioni che non rispecchiano i valori dell’azienda e la sua cultura» ha scritto poi Blankfein in un messaggio a doppia firma con il direttore operativo Gary Cohn. «Tutti hanno diritto alla propria opinione» e che in un’azienda con oltre 30.000 dipendenti ci possono essere malumori è prevedibile «ma è una cosa spiacevole quando uno parla a voce più alta del normale e dalle pagine di un giornale». Blankfein e Cohn concludono scrivendo che «non siamo perfetti, ma rispondiamo in modo serio e concreto se c’è un problema, lo abbiamo dimostrato con i fatti» anche durante la crisi, quando la banca «ha avuto la sua parte di problemi».

Paola Pica

Ecco due interessanti commenti dall’articolo originale. 

Aggiungi il tuo con la tua esperienza


Succede anche in Italia
15.03|15:27 RickyMosc

Neolaureato, sono stato assunto dall’ufficio titoli di una banca italiana di primo piano. Mi sono licenziato due anni dopo. La motivazione: non potevo sopportare che l’unica spinta della banca nei confronti dei clienti fosse di spennarli pur di raggiungere i numeri dei budget. Pensionati, disoccupati: non si salvava nessuno. I tuoi investimenti e i tuoi progetti di risparmio vengono convogliati verso i prodotti che fanno guadagnare la banca il più possibile, forzando la propensione al rischio e la durata prevista dell’investimento del cliente. A chi si chiede perché in banchiere non si fosse licenziato prima: siete fuori tema. Il banchiere vuole lanciare un grido d’allarme e bisogna rendergliene atto. Quando qualcuno indica la luna, lo stupido guarda il dito…

Prassi comune in Banca Intesa
15.03|14:01 Lettore_2221165

Lavoro da piu’ di 10 anni nella Direzione Centrale di Banca Intesa vicino ai potenti e Vi posso garantire che le direttive di Passera & Soci erano e sono le stesse. Far figurare ai clienti che lavoriamo per loro (tramite opera di make-up mediatico sostanzioso) e spellarli mantenedo i rischi bassi. L’unica cosa che conta e’ far salire il prezzo dell’azione per le stock options da incassare. Quello che succedera’ dopo non importa sara’ un problema di chi sara’ al comando, conta solo incassare adesso.




Link originale: http://www.corriere.it/economia/12_marzo_14/perche-lascio-goldman-sachs_8b1350be-6dfc-11e1-98c2-a788cd669a01.shtml?fr=box_primopiano

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