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RuvoLibera

Una festa che sia festa per tutti

8 Aprile 2012


Quanto meno, il rito barbaro non si è svolto sotto le nostre finestre. La povera Quarantana, sulla cui fuga stamane abbiamo scherzato, è stata spostata ad altro patibolo, per essere data in pasto alla folla – tra cui molti bambini
, proprio come si faceva una volta ai veri roghi, a scopo “educativo”.

 
Claudio Scajola in Cogoleto (Genoa)
Claudio Scajola
Ma c’è persin di peggio che arrostire una vecchietta simbolica.
 
Perché girovagando per il web cittadino si leggono le cose più orripilanti, dette con una nonchalance da fare invidia all’ex ministro Scajola, che si infuriò con le proverbiali parole: “Se becco quello che mi ha regalato una casa a mia insaputa!…”
 
Così da una parte leggo che essere contro il barbaro rito del rogo esplosivo significa nientemeno che “rinnegare le proprie radici“, e addirittura “mettersi contro i propri avi“.
 
Domenico Cotugno
Beh, amico che non ti firmi, sono ben altri i motivi che mi rendono orgoglioso delle mie radici. Per esempio, a pochi passi da dove era la poverina fino a poche ore fa, la statua di Domenico Cotugno è uno di quelli, e non certo il solo.
 
Quanto ai miei avi, i loro nobili insegnamenti hanno fatto di me quel che sono. E i nobili insegnamenti in tutto il mondo e in ogni tempo non contemplano il prendersela e incrudelirsi con fantocci e vecchiette.

Non so cosa possano averti insegnato i tuoi, avi. Ma così ad occhio credo che sarebbero lieti di farti una bella lavata di testa, se potessero, per averli usati come alibi allo scopo di coprire la tua pigrizia, la tua ottusità e la tua mancanza di coraggio, che si cela dietro l’anonimato.
 
Ed è ancora nulla rispetto al vero capolavoro, letto sempre sullo stesso sito, ma stavolta in un redazionale di copertina, anche questo anonimo, riconducibile pertanto alla direzione.
 
Secondo tale pezzo d’opera, la Quarantana ha nientemeno che “vegliato” sulla città in questi 40 giorni, proteggendola da chissà quali pericoli che altrimenti avrebbero potuto colpirci. Uao…
 
E qui non solo si confonde il sacro col profano, ma addirittura la logica con l’immondizia.

Perché a proteggere la città ci vuole una buona organizzazione cittadina; o, per chi crede, un santo. Mentre la Quarantana, con ogni evidenza, non è né l’una né l’altra cosa.

E d’altra parte è una ben strana sorveglianza, e ben poco efficiente, quella che si può fare impiccati a un incrocio.
Mai sentito parlare dell’alto dei cieli, anonimo estensore? È anche l’unico punto possibile per vegliare su tutta una città.
 
È a questo punto evidente che il cieco sostenitore del rito barbaro si mette non solo contro gli avi (che sono ben più giustificabili perché agivano in tutt’altro contesto) e contro le radici della propria città (che è plurimillenaria perché ha saputo evolversi), ma anche contro i santi, contro il sentimento civile e contro la logica più elementare.
 
Ma sappiamo che la gran parte dei sostenitori della “tradizione” sono intelligenti – e flessibili quanto basta, e sanno benissimo che nulla sopravvive se non relazionandosi al contesto che cambia.
 
Su di loro contiamo per arrivare a una festa che per nessuno sia cattivo esempio e occasione di vergogna. Una festa che sia festa per tutti. 
 
mario albrizio

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