Sarà un Talos Titanico…
Ieri è finalmente partito il Festival Talos, alla ripresa da una storia tormentata, con interruzioni e anni di oblio. Un’operazione nostalgia (o un’operazione Lazzaro) su cui abbiamo altra volta espresso le nostre perplessità, che rimangono.
Tuttavia la kermesse è partita, e l’intera città è in ballo. È nell’interesse di tutti e di tutto che sia un buon ballo.
Va fatto merito all’ostinazione di Pino Minafra. Alla dedizione dell’assessore Pasquale de Palo. E all’insolita determinazione di una Amministrazione per una volta volitiva.
Se si mettesse lo stesso impegno ad affrontare il problema del Default cittadino, forse si aprirebbero degli spiragli.
Ma a 15 mesi dalle prime sentenze clamorose, e di fronte alla prospettiva di un debito globale intorno ai 17 milioni – nulla trapela da Palazzo Avitaja.
Speriamo che questo Talos non abbia la funzione dell’orchestrina a bordo del Titanic, che suonò imperterrita mentre la nave affondava.
E che tristezza, stamane, veder girare il camioncino pubblicitario del Talos. Ricordare inevitabilmente che quello stesso camioncino ha portato in giro per la città, poco più di un anno addietro, lo scempio della voce di Pino e della sua splendida “Fantozzi” abbinate alla ben nota campagna elettorale tanto impresentabile quanto perdente. Che peccato, macchiare un’immagine così bella.
Certo, ha funzionato. In qualche modo. Il candidato ha perso. Ma i vincitori si sono subito affrettati a rendere omaggio ai vinti. A corteggiarli e ad offrirsi di realizzare il loro sogno, per il quale erano passati dall’altro lato della barricata. Cose che neanche nel libro Cuore… E anche di questo il merito va soprattutto a Pasquale de Palo.
Politicamente il messaggio è chiaro: chiarissimo.
Artisticamente e culturalmente, è ancora tutto da vedere.
Ieri sera il magnifico spettacolo della piazza Cattedrale non gremitissima (nessuno in piedi come ai bei tempi; ancora alcuni posti vuoti quando siamo arrivati, poco prima delle 21) ma ordinatamente piena e attenta.
La presentazione è riuscita. Ma era la presentazione. La novità. Il culmine dello sforzo di comunicazione (peraltro mediocre). E con una trentina di orchestrali bandistici, ciascuno dei quali ha amici e famiglia, il risultato era assicurato.
E, più di tutto, era gratis.
Un colpo d’occhio strepitoso.
Ma la vera sfida sarà col Talos “a pagamento” della seconda parte, nelle serate stabilite.
Una scelta che continuiamo a considerare strategicamente incomprensibile, peraltro contraria allo spirito originario del Talos e di Pino Minafra – ed eticamente sbagliata, trattandosi di spettacolo pagato con fondi pubblici.
Infine economicamente irrilevante, data l’esiguità del biglietto imposto. Se c’erano modi per farsi male, sono stati scelti tutti.
La banda ci ha spiazzato un po’. Ci è sembrata francamente fuori luogo. Una banda ha bisogno della strada, della vita. È questo che la rende così affascinante.
Una banda al posto dell’orchestra è un evidente fuoritono. In un posto e in un ruolo che non è il suo, e in cui si snatura.
Abbiamo perciò proseguito la passeggiata per il centro storico, che ci è sembrato oggettivamente un po’ più vivo e popolato del solito, persino con più odori. Probabilmente cucine di esercizi che si preparavano a ricevere ospiti. Speriamo non siano andati delusi.
Del resto, la partita è appena cominciata. Staremo a vedere come va a finire.
Intanto stasera c’è la vera sorpresa del Festival, a parere di chi scrive. Una spettacolare orchestra di ragazzi di scuola media che suonano come (per certi versi meglio, in maniera più viva di) una Filarmonica.
Un vero capolavoro messo su da Vincenzo Mastropirro e dai suoi colleghi della Scuola Media Monterisi di Bisceglie.
Assolutamente da non perdere.
Eccone qui un assaggio:
mario albrizio
Foto Rocco Lamparelli