PUBBLICAZIONE ORIGINALE DA RUVOLIBERA DEL 28 SETTEMBRE 2013
CITTADINI IN RIVOLTA IN VIA CAPRERA. SOFFITTE PERICOLANTI PIENE DI AMIANTO A RIDOSSO DELLA SCUOLA MEDIA “COTUGNO” E TOPI PER LE STRADE.
Cittadini in rivolta nella zona di via Caprera, tra la Pretura e la Scuola Media “Cotugno”.
Ci sono topi, dicono, che saltellano tra erbacce e cespugli come fossero a casa loro. Animali vari. Erbacce come una savana. E quel che è peggio un muro pericolante con tanto di suppenna piena di amianto ed eternit – due sostanze tossiche di cui la legge impone la rimozione – proprio a ridosso della Scuola Media e delle centinaia di ragazzi che la frequentano.
Un pericolo incombente (quanto alla possibilità di crollo) e un danno effettivo già in atto, attesa la pericolosità acclarata di quei materiali.
La domanda è d’obbligo: ma al Comune le avete dette queste cose?
E il povero cittadino vessato parte con lo sgranare il solito rosario di inefficienza, di pilatismo e ignavia degli uffici cui spetta di risolvere il problema; di diritti affermati a parole e negati nei fatti – cui sono tristemente abituati coloro la cui unica colpa è essere nati da queste parti, in questo inferno di inefficienza e di clientelismo.
La solita via crucis di ogni cittadino.
Segnalazioni alle varie autorità. Comune, Prefettura, persino i Nas. Raccolta di firme. Petizioni. Nuove segnalazioni. Speranze che si bruciano in poche ore o pochi giorni di fronte alla consueta passività o all’inerzia delle strutture pubbliche.
Comune, Prefettura, petizioni, Nas, Ufficio tecnico, Ufficio Igiene. La litania si ripete ma il risultato non cambia.
Esiti nulli. Ovviamente. Il Comune “non ha i soldi”.
Lo crediamo, visto come li spende. E visto l’incredibile debito extra-bilancio che ci sta affossando e le cui responsabilità ancora non vengono spiegate pubblicamente con la dovuta chiarezza.
E non ne parlano solo i cittadini, ma anche il preside della “Cotugno”, Bonasia, che invoca l’intervento dell’Ufficio Tecnico comunale, segnalando con termini inequivocabili l’urgenza e la gravità della situazione. la lettera è del 3 ottobre 2012 (Vedi foto). Un anno fa. Un anno sprecato inutilmente.
D’altra parte se ne era occupato anche l’Ufficio Igiene il 21 agosto precedente, invocando “un energico intervento di derattizzazione” ecc… ecc… (vedi foto a fondo pagina).
Esito? Nullo.
Una volta fatto il dovere burocratico, scritta la cartuccella di rito, nulla succede e nulla si smuove.
Il dirigente dell’ufficio igiene, ben più noto come “politico” e per di più “decisionista” e, per le sue cose, cocciuto come pochi – l’uomo che è di gran lunga il maggior responsabile del disastro cittadino degli ultimi 20 anni e del Default contro cui l’Amministrazione comunale sta (male) combattendo – si limita a imbrattare una carta e scaricare ad altri la patata bollente.
L’Ufficio tecnico non da segni di vita.
Nessuno si muove. Nessuno gli compete. Nessuno fa nulla. E i nostri figli sono lì, seduti su un vulcano, a studiare una Cultura e una Società che non corrispondono minimamente al contesto in cui realmente vivono.
A via Caprera, a pochi passi dalla casa paterna di Pino Minafra, rimaniamo la Città che ha i soldi per il Talos festival, che può spendere 150mila euro di telefonate e così via – ma che NON ha i soldi per mettere in sicurezza i propri figli, abbandonati alla mercè di un muro instabile e di una suppenna contaminata. La tragica lotteria è già cominciata. Chi sarà il primo bambino a farsi male? Chi sarà il primo genitore a far causa al Comune?
Rimaniamo la Città dove da vent’anni i Cittadini soffrono, la politica dorme, dove i nostri ragazzi vengono contaminati ogni giorno. Dove l’Ufficio igiene non ritiene di seguire e monitorare una segnalazione così grave; né l’Ufficio tecnico rimuoverla. Né il Comune affrontarla.
Benvenuti a Topolinia. Da vent’anni, la Città dove il Talos suona e i topi ballano.
mario albrizio