Il comparto A, forse il parto più mostruoso delle mostruose amministrazioni Attila-Paparella, con la recente sentenza del Tar – che ci costerà un altro milione – ha incendiato gli animi e spinto persino la compassata e di solito taciturna segreteria Pd a intervenire.
Contro di noi, ovviamente. Mica contro chi ha fatto il pasticcio. Transeat. Ci siamo abituati.
Vediamo allora di rispondere per i punti di competenza, in cui siamo non esplicitamente ma trasparentemente citati.
Per tutto il resto, ecco il link per il download e la consultazione della sentenza di cui si parla. Ne consigliamo caldamente la lettura, un po’ lunga ma senz’altro istruttiva.
Una sentenza il cui succo è molto semplice:
1. l’amministrazione Attila-Paparella ha compiuto, tra le tante porcate, un esproprio ILLEGITTIMO e questo ci costa oggi un milione. Un altro, sul conto tragico lasciato dal Distruttore sulle spalle della Città e dei Cittadini.
2. il tentativo di sanatoria fatto da QUESTA amministrazione nel 2012 è stato demolito pezzo pezzo dal Giudice e nulla si salva dalla sua valutazione.
Si vede che anche il Giudice, come noi, è un rompiballe che non capisce lo sforzo valoroso di questo manipolo di eroi in Amministrazione.
Si è addirittura messo in conto alle suddette cooperative il costo di trasferimento di una particella (di terreno) che NON è stata affatto trasferita perché era già di loro proprietà.
Ma di che stiamo parlando? Purtroppo, c’è poco da commentare.
Ma noi, testardi, andiamo lo stesso a iniziare.
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Febbraio 1995 Il CC delibera la localizzazione delle aree per Erp in vari comparti tra cui l’A;
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Luglio 1996 il CC individua nell’ambito del comparto A il sub-comparto di ERP, approva il programma costruttivo con indicazione dei lotti da assegnare alle cooperative, approva il piano particellare di esproprio per l’acquisizione dei suoli;
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Febbraio 1997 la Giunta delibera l’assegnazione, in diritto di superficie, dei lotti del sub comparto di ERP;
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Aprile 1997 la Giunta delibera l’occupazione d’urgenza dei suoli;
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Giugno 1997 la delibera di cui sopra è revocata in autotutela in quanto carente dell’immissione in possesso delle aree;
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Giugno 1997 la giunta delibera nuovamente l’occupazione d’urgenza delle aree per ERP;
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Giugno 1997 DECRETO SINDACALE con cui si AUTORIZZA L’OCCUPAZIONE TEMPORANEA E D’URGENZA, in favore del Comune di Ruvo di Puglia, per la durata di anni cinque decorrenti dalla data di effettiva immissione in possesso, degli immobili occorrenti per la realizzazione di un programma di Erp nel comparto A. – DECRETO SINDACALE N. 163 DEL 06/06/1997 –
Matteo “Attila” Paparella, sindaco nel 1997 e perciò responsabile politico
anche dell’esproprio illegittimo che oggi ci costa un (altro) milione,
e massimo artefice del disastro cittadino.
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Fin qui tutto a posto, le cooperative edificano, pagano l’indennità di esproprio nella misura all’epoca determinata di 22 € mq.
Ma la segreteria Pd, se non è appena scesa da Marte, ha vagamente idea di quanto sia esteso in città il problema della non-agibilità?
Sa, per esempio, la segreteria Pd, che persino l’ex Convento dei Domenicani è stato per decenni senza agibilità e a quanto se ne sa lo è probabilmente tutt’ora? Per non dire di scuole e quant’altro…
Come mai invece tutto questo interesse postumo per l’agibilità di (alcune) case in cooperativa?
Forse perché i Domenicani e le scuole non votano? O la risposta la troveremo nel registro dei soci e degli sponsor?
E come mai, posto che ci si sia tardivamente commossi alla sorte di “48 famiglie”, come mai non si è denunciata nelle sedi dovute, in Procura e nelle piazze, l’inerzia delle precedenti Amministrazioni e le relative responsabilità, e si scelga invece la ben comoda (ma ahinoi improduttiva e controproducente) via di attaccare chi invece ha fatto solo il suo dovere di cittadinanza attiva e di denuncia?
E perché essendovi pur tardivamente commossi alla sorte di queste famiglie, non avete cercato una soluzione che fosse almeno legalmente perseguibile, prima di sprecare altri soldi pubblici e rimediare schiaffi e figuracce in tribunale?
E come mai vi sorge la tardiva commozione per la sorte di 48 famiglie mentre ve ne fregate altamente della sorte di 9000 famiglie che state consegnando al baratro dell’indebitamento e del dissesto finanziario, negando ogni evidenza, sproloquiando che va tutto bene, cantando ogni giorno le lodi della vostra eroica bravura nel farci affondare?
E, sia chiaro, senza averne denunciato a tutt’oggi con chiarezza le responsabilità, come da sempre chiediamo? Come mai?
Chi? Qualche nome non guasterebbe, sennò sembra che il problema doveva porselo RuvoLibera, che allora (1997+12=2009) neanche c’era…
e poi magari pensare che l’errore non si realizza da solo, ma c’è qualcuno che ha sbagliato, meglio aspettare che il tempo passi, chi vivrà vedrà!
Le dimissioni sono state chieste non per una generica o specifica “inettitudine” o “incapacità” – termini di impossibile misurazione che solo degli allocchi potrebbero far propri.
Le dimissioni sono state chieste per 120 avvisi di garanzia (and counting?).
CENTOVENTI! in due riprese. Un DILUVIO!
Chiunque ne vede la gravità. Tranne voi.
Quanto alla complicità, seppure ne abbiamo potuto alludere (andiamo a memoria), non era certo un’accusa, tantomeno paragonabile ai 120 avvisi, ben oggettivi e politicamente pesanti.
Semmai una constatazione. O una serie di constatazioni: le stesse che fanno tutti, osservando come i componenti centrali dell’Amministrazione abbiano una straordinaria continuità nei posti-chiave degli ultimi vent’anni, a prescindere dai colori e dalle casacche.
Sarà solo una coincidenza, chissà, per chi crede alle coincidenze. Ma come spiegare allora che anche la politica sia rimasta identica e non si veda il minimo segno di discontinuità?
Come spiegare la manifesta ottusità per esempio sulla gestione dei rifiuti, sul mantenimento oneroso di vecchi carrozzoni clientelari, o l’asfissia progettuale che caratterizza l’Amministrazione sin dai primi giorni, sin da quando ha deciso di chiudere una vittoria del tutto atipica e a suo modo storica nel minuscolo e misero (appunto, asfittico) recinto di una vittoriuzza di partito, con tutte le conseguenze del caso?
Una grande vittoria civile scippata dai partiti in Amministrazione. Come stupirsi dei risultati? Del suo totale fallimento?
Potrebbe anche essere, chissà, che questa amministrazione faccia il suo lavoro egregiamente e che, essendo in evidente continuità con le altre, la Città sia sempre stata amministrata egregiamente.
Può essere che voi siate, e siate sempre stati, dei geni amministrativi e gli unici ottusi siamo noi.
Ma allora perché stiamo andando in dissesto? Perché Piazza Dante è in quelle condizioni un anno dopo la data di riconsegna, perché non si è stati nemmeno capaci di rimettere un semaforo e così via all’infinito…
Perché?
L’unica cosa in cui l’Amministrazione è stata incomprensibilmente veloce – dopo aver beatamente e imperdonabilmente dormito per due anni – è nel pagare le prime sentenze in modo tale da rendere impossibile la soluzione globale del contenzioso che, fatta bene e nei tempi giusti, ci avrebbe almeno salvati dal disastro.
Ma che altro vi ci vuole per prendere atto del totale fallimento e avere quantomeno l’umiltà di chiedere il parere dei Cittadini? Se davvero avete la coscienza a posto, perché vi fa così paura andare a votare di fronte a questa catastrofe?
Come sempre aspettiamo che la soluzione, nel caso, piova dal cielo. O almeno da Roma. Mai prevenire. Non è da noi.
L’operazione che permetterà di dare l’attesa tranquillità a 48 famiglie ha un costo. Oltre al pagamento del valore venale dei suoli, il 42 bis prevede il pagamento di ulteriori somme a titolo d’indennizzo. In questa fase l’amministrazione con delibere di CC n.6 del 29/02/2012 e n. 48 del 28/09/2012 pone a carico delle cooperative il costo dell’intera operazione, né poteva fare diversamente in quanto unica alternativa era quella di far ricadere sulle casse comunali il peso della quota risarcitoria creando un danno all’intera cittadinanza. RICORDIAMO CHE IN QUEL MOMENTO NON C’ERA ALCUNA QUANTIFICAZIONE DEL DANNO.
“Non poteva fare diversamente“? Beh, vi informiamo, sentenza alla mano, che il Giudice ha deciso che l’Amministrazione DOVEVA fare diversamente. E ancora lo deve. Con tutti i soldi (nostri) che spendete in avvocati, era così difficile avere un consulto, come dire? più affidabile?
E perché poi si perde tutto nel vuoto, tanto-c’è-chi-paga?
Qui o non avevate delle buone ragioni o non avevate dei buoni avvocati.
E siccome avvocati non ne avete cacciati… come dire? 2+2 fa sempre la solita cifra.
L’“amministrazione che ha utilizzato uno strumento normativo per risolvere un problema di un gruppo di cittadini“ lo ha usato male, dice il Giudice (non noi). Sprecando le risorse dei Cittadini, vessando altri Cittadini e finendo per fare la solita figura in Tribunale. A spese nostre. Che diavolo può esserci di meritorio in questa disfatta?
“Allo scandalo bisognava gridare 12 anni fa quando l’errore è stato acclarato.”
Dimentica forse, la segreteria del Pd, che per lunghi anni, per non dire decenni, nel ’97 e anche prima così come dopo, in questa Città politicamente dimenticata da Dio c’è stata solo una voce, solo una, a combattere contro il malgoverno Attila-Paparella; mentre il Pd-Ds-Pds o-come-si-chiamava-allora (cit. Veltroni) coglieva ogni pretesto per andare a ficcarsi sotto le gonne del Barbaro a piatire alleanze?
Se lo ricorda la segreteria del Pd con chi era alleata nelle elezioni del 1999, ovvero a ridosso dello scempio illegittimo del ’97 che oggi (ma solo oggi) tanto la scandalizza? Se lo ricorda o devo farlo io?
Esatto: proprio con l’autore di quello scempio. Il Barbaro in persona.
Prima lo sostenete, vi fate fregare, la capite sempre troppo tardi e poi sono gli altri, magari gli unici che la tattica degli Unni l’avevano capita e combattuta per tempo, a dover fare autocritica?
Ma per piacere.
Se sprecare soldi dei Cittadini per prendere e perdere tempo in Tribunale vessando altri Cittadini quando la legge era già chiara da allora, significa “risolvere un problema”, wow, che dire, allora tutto quadra.
Si vede allora chiaramente che avete portato la Città sull’orlo del dissesto risolvendo problemi. Peccato non ne abbiate risolto nemmeno uno. Ma tant’è.
Sarà sicuramente colpa nostra che non riusciamo a vedere i tanti successi e le magnifiche sorti e progressive aperte per noi da questa inamovibile Amministrazione che magari non sa (o sa fin troppo bene) per quale miracolo è arrivata a Palazzo Avitaia.
Ma che in compenso sa benissimo di volerci rimanere incollata ad ogni costo. Muoia pure Sansone con tutti i filistei. O Ruvo con tutti i Ruvesi.
In effetti no. Non ci state affossando. Forse siamo già morti e fluttiamo in Paradiso. Non sembra anche a voi, ogni tanto, di volare? Ai Cittadini ruvesi sì. Specie sulle buche, per le quali ormai sono famose le nostre strade…
E poi: “i problemi di pochi”? Veramente la Città è sempre più convinta che lavoriate solo per i problemi di pochissimi. Diciamo, i vostri. Sbaglia?
Di denunciare le responsabilità di Attila. E vi siete tirati indietro fingendo di non sentire o accampando le scuse più ignobili.
E ora proprio voi, proprio a noi, venite a fare la morale?
Dio santo: succede davvero questo. VOI rimproverate NOI di non considerare le responsabilità che noi da sempre denunciamo e che da anni vi chiediamo di denunciare finalmente anche voi?
Davvero non ci sono parole. Ma vivaddio, per fortuna carta canta. Vuol dire che ne faremo un libro.
Ma non avevate detto che la politica è risolvere i problemi? Giusto.
Qui invece è solo teatro dell’assurdo. Anzi, teatrino. Vaudeville. Difesa di poltrone e nulla più.