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RuvoLibera

Il Liceo prima di tutto

17 Giugno 2014
Genitori sul piede di guerra nella scuola più prestigiosa della Città
 
 
Venti di guerra al Liceo Tedone. Tanto per cambiare.
 
La fine della lunga presidenza Pellegrini, con strascichi giudiziari ancora in corso sui quali ovviamente non ci esprimiamo oltre, non ha portato però la pace, a quanto pare, nel glorioso Liceo cittadino.
 
All’ordine del giorno, la brusca cancellazione dei Corsi sperimentali di tipo chimico-biologico-scientifico, nonché letterario. Il fiore all’occhiello, insomma, dell’offerta formativa di quella scuola, e in quanto tale stra-comunicato e stra-utilizzato per attrarre utenti in quelle orribili fiere didattiche che sono le famigerate open-days – il venghino siori cui generazioni di ministri incompetenti e una politica governativa stupidamente vessatoria hanno costretto la Scuola italiana.
 
Dicevamo, la cancellazione. Motivo? È una bella domanda. Perché le motivazioni fornite, in maniera per la verità affastellata e non troppo convincente, sono tantissime e non di rado contraddittorie tra loro: quella sindacale, quella didattica, e poi ideologica (scuola inclusiva o esclusiva, scuola di qualità o di quantità), burocratica (l’Ufficio scolastico, il Ministero…) e non ultima quella economica.
 
Come se tutte queste motivazioni fossero state fino a ieri del tutto disattese, e quindi gettando ombre pesanti sul pregresso del Liceo, pur senza nominare nessuno. Insomma, un chiaro autogol comunicativo. A che pro?
 
Dall’altra parte dello staff di presidenza e del Consiglio di Istituto (i cui componenti sono sembrati perlopiù inclini ai distinguo rispetto ad alcune scelte della presidenza) – dall’altra parte, un auditorium infuocato, strapieno dei genitori dei 210 ragazzi che rischiano di vedere chiuso anticipatamente e deviato altrove il proprio percorso formativo.
 
Pomo della discordia appunto i Corsi speciali, varati dalla precedente Presidenza, stando a quello che si sente nei diversi momenti della serata, “senza autorizzazione“, “senza copertura” o almeno “senza piano complessivo“, cioè un po’ alla giornata.
 
Motivazioni che hanno mandato su tutte le furie più di un genitore, che oggi  si ritiene truffato da questa decisione: specie i forestieri, che dichiarano apertamente che avrebbero iscritto i figli al Liceo della loro Città, se avessero saputo che i Corsi non fossero integralmente assicurati.


A lui sì, a lei no
 
Al mio fianco (sono uno dei genitori interessati) una docente del Liceo si chiede perplessa come mai questi Corsi al preside Pellegrini “venissero autorizzati“, ed alla nuova dirigente no.
 
Personalmente non so quale sia la risposta. 
 
Ma ho la fortuna di conoscere e stimare sia l’ex dirigente Pellegrini che la nuova dirigente Loiudice, ai quali come genitore, come cittadino e come ex allievo del Tedone, questa preziosa risorsa di tutti, e che tale deve rimanere – ad entrambi chiedo che mettano da parte le rivalità e che si incontrino per il bene supremo del Tedone e dei ragazzi innanzitutto, delle famiglie, delle cittadinanze coinvolte.
 
Il prof. Pellegrini spieghi il “segreto”, se ce n’è uno, per ottenere le coperture necessarie. Vadano insieme, se è il caso, a parlare con l’Ufficio scolastico regionale.
 
Di fronte al bene superiore della formazione, al futuro dei nostri ragazzi e quindi nostro, non c’è rivalità che tenga.
Bisogna unirsi, se necessario buttando il passato alle spalle.
 
 
Lasciate parlare gli studenti
 
Sui temi della serata, a parte la comunicazione debole della Scuola e l’inevitabile e prevedibilissima (e massiccia) reazione contraria dei genitori – sono da notare alcune evidenti discrasie ben messe in luce, tra l’altro, da una studentessa.
 
Quanto alla scuola “di qualità”-  ha detto – sono ben pochi i docenti da cui “ha avuto qualcosa”, e questo è un problema serio ma non  imputabile al Dirigente, che purtroppo non può scegliere i docenti e deve cucinare il suo piatto formativo con quel che gli passa il convento statale.
 
Ma micidiale è stata la critica alla volontà della dirigenza di chiudere gli sperimentali “scientifici” e di lasciare invece quello letterario.
Una contraddizione, in effetti, difficile da spiegare e impossibile da accettare.
 
O tutti o nessuno.
 
Ma, sia chiaro, come ho detto da genitore e ribadisco da cittadino, da docente e uomo di formazione, da opinionista e da innamorato del Tedone – oltre al criterio dell’equità, bisogna fare assoluta attenzione a due aspetti vitali di una faccenda complicata e spinosa, e anche iniziata piuttosto male.


Due punti vitali
 
Il primo, che i patti si rispettano. Vale per tutti, e figuriamoci se non vale per il Tedone. Chi ha iniziato un percorso formativo proposto dal Liceo DEVE poterlo finire in tutta tranquillità. Costi quel che costi.
 
Questa continuità, ha riassunto il presidente del Consiglio di istituto Ceglie, potrebbe comportare una perdita di 30 mila euro in 4 anni.
 
Bene. Che si perdano. Ma nessuno può venir meno ai patti e specialmente un Liceo che da sempre è esempio e punto di riferimento per tutto il comprensorio.
 
Quanto a recuperare quei 30mila euro, un modo lo troveremo e saremo lieti di dare una mano. 
 
Ma, alle brutte, per una scuola di oltre 1.000 alunni pensare a un ticket di 30 euro totali in QUATTRO anni, con esenzione per le famiglie disagiate e magari qualche risparmio su altre voci di bilancio, non pare certo una cosa scandalosa.
 
Il secondo e non meno importante: preservare l’immagine del LiceoNon tener fede al patto formativo finirebbe per distruggerla. Ed è un danno che NON possiamo permetterci.




Intervenga il Comune

L’Amministrazione comunale, e segnatamente l’assessore alla Pubblica Istruzione, devono sentirsi investiti e intervenire immediatamente.
 
Non possiamo permettere in alcun modo che, tra l’altro in un periodo di spietata concorrenza tra Scuole, si diffonda la “notizia” devastante che il Tedone è quel posto dove i Corsi iniziano e non si sa se o come finiscono.
 
Sarebbe un danno incalcolabile per il Tedone, per la Città e per tutti. E Dio sa se problemi non ne abbiamo già abbastanza.
 
Questa storia è iniziata male, e potrebbe finir peggio. Ma speriamo sempre nel lieto fine
 
Ci si metta intorno a un tavolo e si facciano partire SUBITO due messaggi: che i Corsi iniziati saranno portati a termine tranquillamente perché il Tedone mantiene sempre i patti formativi.
 
Che c’è stato solo un errore di comunicazione e che anche a questo si cercherà di porre rimedio.
 
Infine (tertium sed datur) che un Liceo con il passato del Tedone è per forza di cose proiettato verso il futuro. Perché è lì che abbiamo tutti il nostro appuntamento.
 
Insomma, di fronte alle difficoltà, rilanciare. Questo serve, e nient’altro. Il Liceo prima di tutto. 
 
 
mario albrizio

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