Il ballo del Qua Qua. E dei Quaqquaraquà

 

Mentre la Città muore, la cosa più morta di tutte, l’Amministrazione, maggioranza e opposizione, continua imperterrita la sua guerra dei comunicati.

Uno scontro surreale tra gente sepolta da un disastro epocale e da 120 avvisi di garanzia, e che avrebbe dovuto dimettersi da un pezzo.

Si continua invece con questo ballo del qua qua. Con questo infinito accanimento terapeutico per dimostrare di essere vivi. In qualche modo. 

Questa diatriba dall’oltretomba che fa venire in mente quel film dove i morti non si accorgono di esserlo, e credono che morti siano gli altri.

Oggetto, i famosi 142 ettari da regalar assegnare, il cui gioco abbiamo facilmente svelato in un altro articolo.


A seguito di quell’articolo (ma senza citarci, ché è peccato…;) la replica piccata del Pd all’opposizione (vi interessano solo gli amici degli amici) e la controreplica sorniona dell’opposizione al Pd (tra quegli amici c’eravate anche voi).

Due affermazioni impeccabili, storicamente vere entrambe


Il perfetto ritratto di un’Amministrazione, maggioranza e opposizione, non solo defunta, ma reciprocamente ricattabile, che oggi è il principale ostacolo da rimuovere per tornare a vivere.


E chi sarà mai, poi, il “malcelato faccendiere imprenditoriale” a cui, secondo quanto insinua l’opposizione, la maggioranza avrebbe già deciso di regalar affidare quei terreni, sostanzialmente prendendo in giro i Cittadini e la legge con un bando artefatto?


Perché di qui non si scappa. O quella dell’opposizione è un’insinuazione calunniosa che va querelata. Oppure la maggioranza sta consapevolmente procedendo a una serie di reati uno peggio dell’altro.


Quale sarà la verità?



Il PD 

«Nel lontano 1997 il sindaco dell’ epoca (oggi consigliere dott. Matteo Paparella), con logiche da prima repubblica, decise attraverso una convenzione (e non contratto di affitto!!!!!) che i terreni in questione  dovevano essere gestiti dalla costituenda (cioè un soggetto che neanche esisteva) Cooperativa Solidarietà e lavoro, negando ogni possibilità’ di partecipazione o di creazione di impresa ad ulteriori soggetti interessati.
Negli anni la medesima Cooperativa si è resa morosa del pagamento di quanto stabilito nella convenzione oltre a  numerose altre  violazioni  in merito alla mancata presentazione dei bilanci sociali presso il Comune.
La suddetta convenzione scadeva il 1 Dicembre 2012 e il consiglio comunale in data 19 marzo 2013 stabiliva di procedere alla valorizzazione dei terreni e quindi all’affidamento a mezzo bando, aperto a tutti i soggetti interessati (e non agli amici degli amici), perseguendo finalità che vanno dalla  salvaguardia e tutela dei beni, alla gestione di servizi con finalità educative e/o didattiche, sociali e occupazionali, di sostegno all’imprenditorialità agricola giovanile.
Ma veniamo ai fatti:
– la convenzione sottoscritta nel 1997 prevedeva che a scadenza naturale della stessa i terreni rientrassero nella disponibilità’ del Comune.
Tale assunto veniva puntualmente sottolineato dal TAR Puglia I e III Sezione che, in data 30 aprile 2014 e in data 20 giugno 2014, rigettavano le richieste di sospensive presentate dalla Coop. Solidarietà e lavoro per tramite del suo legale e testualmente sancivano :”…non emergono profili che inducono a ritenere fondato il ricorso tenuto conto che nella fattispecie oggetto di gravame non si ravvisa un contratto di affitto agrario, ma una concessione di beni pubblici”.
Ciò nondimeno l’Amministrazione Comunale ha voluto avere con la stessa Cooperativa un atteggiamento di dialogo, leale e trasparente, offrendo loro la possibilità di un accordo transattivo che prevedeva la corresponsione dei canoni in due tranche e il mantenimento di una quota parte dei terreni al fine di consentire una produzione di reddito ai soci della cooperativa.
Tale transazione, pronta ormai solo per la firma formale, senza alcun ragionevole motivo e’ stata disattesa in spregio alle più elementari norme di correttezza e deontologia professionale atteso che gli incontri in tal senso sono stati condotti dagli avvocati interessati oltre che alla presenza dell’avvocato del comune.
Appare evidente che l’armata Brancaleone dell’opposizione in salsa don chisciottiana ancora una volta, in barba a quanto disposto dalle sedi competenti (TAR e Consiglio di Stato) invita la Cooperativa a continuare a gestire i terreni senza alcun titolo giuridico e addirittura va oltre esprimendo giudizi in merito all’operato dei funzionari i quali, in un’ottica di collaborazione tra aree hanno egregiamente messo a punto il bando e censito i terreni.
Assistiamo ancora una volta a sterili tentativi di minaccia, i quali saranno opportunamente segnalati nelle sedi opportune, tutto al fine di bloccare l’attività’ amministrativa e lasciare campo libero ad interpretazioni fantasiose e non risolutive dei problemi che attanagliano questa città.
Questo è ciò che l’opposizione è in grado di produrre:
• Spregio verso le decisioni giudiziarie;
•  disprezzo verso i progetti che mirano alla valorizzazione dei beni pubblici e alla creazione di occupazione giovanile;
• istigazione al contenzioso e alla detenzione senza titolo di beni;
salvaguardia assoluta dello status quo
• la solita, trita, ritrita, noiosa informazione faziosa e distorta.
Ma continuate pure, tra sit in e giuste soluzioni, la vostra credibilità vale ormai meno dell’inchiostro che continuate a sprecare».


L’opposizione 

«Si premette che le nostre riflessioni (o critiche) sono rivolte esclusivamente al gruppo consiliare del PD, al Sindaco ed alla Giunta Comunale.
Si premette altresì che se non si conoscono i fatti del passato (nel senso che si ignorano o si dimenticano!) è ovviamente difficile da parte di chicchessia confutare con serietà e compostezza tesi sia pur criticabili.
I fatti, in pillole.
La questione della costituzione di una cooperativa sociale di tipo B fu un’altra scelta strategica e lungimirante della buona Amministrazione dell’epoca che vide protagonisti, tra gli altri, l’attuale Sindaco e l’attuale Vice Sindaco.
Quella scelta fu fortemente sollecitata e (unanimemente condivisa) da quella parte importante, significativa ed apprezzata di quel Centro Sinistra ruvese.
Erano 3 gli obbiettivi fissati da quella Amministrazione.
1°) Far cessare il lungo contenzioso (oltre 20 anni) tra il Comune e gli eredi Jatta, con buona pace dei legali in causa perenne.
2°) Procedere alla estinzione della ex IPAB, consentendo l’assorbimento delle 4 unità lavorative (che spesso restavano senza stipendio!) da parte del Comune.
3°) Quindi affidare i terreni incolti ad una cooperativa sociale di tipo B per consentire a disoccupati ruvesi e a persone svantaggiate di avere una opportunità (concreta) di reinserimento nel contesto sociale ed economico della nostra comunità. Quest’ultimo obiettivo fu unanimemente sollecitato e condiviso perché si era fortemente convinti che oltre ai disoccupati ruvesi anche i detenuti, gli ex detenuti, i tossicodipendenti, gli ex tossicodipendenti non potevano (nè invero possono, né devono, oggi più di ieri!) essere allontanati ed emarginati dai contesti familiari (purtroppo succede questo anche nella nostra comunità cittadina, oggi più di ieri!) e dal più generale contesto sociale di una comunità.
Parrebbe superfluo, per l’occasione, ribadire che è preferibile mostrare attenzione verso questi “amici”, piuttosto che verso malcelati faccendieri imprenditoriali, che spesso cercano più o meno affannosamente agganci politico-istituzionali che alla lunga, comunque, vengono sempre alla luce, anche se non sempre nelle aule giudiziarie. “Ciò che si fa, (realmente) comunque si sa, prima o poi”, recita un vecchio adagio popolare, ma sempre attuale.
Or dunque i tre obiettivi furono poi tutti in sequenza realizzati con atti condivisi unanimemente, partendo ovviamente nell’ordine da una complessa ed articolata transazione con gli eredi Jatta. Segui, poi, la riconversione della ex IPAB in Casa di Riposo Comunale, con la costituzione successiva della “Ruvo Servizi” che fu definita per la stabilizzazione (doverosa!) degli operatori dei progetti socialmente utili (PSU) ovvero LPU.
Ben 160 soggetti ruvesi furono nel tempo coinvolti, e per quelle amministrazioni locali fu un vanto perché rappresentava un record nella intera Provincia di Bari).
Poi, da ultimo, seguì la costituzione della cooperativa sociale di tipo B i cui bilanci sociali, ove non presentati puntualmente, sono la ennesima riprova di una “cattiva gestione” che evidentemente, negli anni successivi ha caratterizzato la vita politico amministrativa dei vari settori della Pubblica Amministrazione locale.
Detto ciò, credo che la puntualizzazione possa essere conclusa con una breve ma sintomatica (nel senzo di espressione chiara e coerente di una indiscutibile ed indiscussa connotazione etico, morale, culturale e socio-politica) asserzione, da intendersi come affermazione di principio di carattere generale.
“Più cooperative sociali e zero faccendieri a tutti i livelli ed in tutti i settori della Pubblica Amministrazione”.
Ed i faccendieri a naso ben si dovrebbero distinguere dagli imprenditori seri, preparati e professionali.

Nel ringraziare per la opportunità fornita, i Consiglieri Comunali di opposizione augurano buone, durature e serene vacanze».