La Chiesa nell’epoca del marketing

Un miracolo 1.000 euro. Venghino siòoori…



La notizia è vera, anche se vecchiotta (giugno). Ma ha ri-preso vita grazie a Facebook dove circola alla grande da giorni – nonostante qualche tentativo non ufficiale di smentita, almeno quanto al manifestino (vedi discussione in calce), che potrebbe essere stato interpolato e ad alcuni appare troppo goliardico per essere vero.
Un parroco, don Valerio Mazzola, ha pubblicato il tariffario della sua parrocchia. E fin qui, ci potrebbe anche stare. In fondo, a suo modo, è un’operazione trasparenza.

Quindi quel manifestino di cui alcuni contestano la (totale) autenticità acquisterebbe il suo bel senso.

Ma come la mettiamo con certe voci che sembrano spuntate direttamente dal Medioevo, come “matrimonio riparatore”, che nonostante le vicissitudini dei coniugi costa anche di più di uno normale? Chi la deve fare la “riparazione”, il parroco?

O con quelle voci da centro commerciale – un battesimo 90 euro, ma due gemelli 30% di sconto? 

Ora, il 30% di 180 è 54. Perciò il prezzo del battesimo bigemellare è/sarebbe 180-54=126 euro. Salvo arrotondamenti. Oppure il parroco voleva solo dire che il secondo bimbo battezzato costa solo 60 euro anziché 90, applicando un’aritmetica “a occhio”? E chi lo sa. Moriremo col dubbio.

Ma, comunque sia, è davvero ammissibile questo raddoppio scontato dei costi di un’unica cerimonia, che viene a pesare sulle spalle di coniugi che già devono spendere il doppio in pappe, abbigliamento, biberon, nottate insonni eccetera?

Sarà mica questo il modo di aiutare le famiglie – spolpandole meglio?

E che dire poi di certe voci francamente divertenti, involontariamente auto-irriverenti, in cui la cupidigia prevale sul Messaggio evangelico che è/dovrebbe essere la ragione prima dell’esistenza della Chiesa, e quindi di tutte le parrocchie?

Cresima (Vescovo compreso), 100 euro. Verrebbe da chiedere scusi quanto costa il solo vescovo, senza cerimonia?

E la benedizione a domicilio? 20 euro. Ma se è un’estrema unzione il prezzo sale a 70. Quando si dice la solidarietà, e la sollecitudine verso gli ammalati.

E col pagamento anticipato! Hai visto mai che si riprenda…

Ma, chissà, quando prima o poi andrà di nuovo in agonìa, vale la tariffa già pagata o bisogna pagare ancora, per il terribile peccato di essere ancora vivi?

E della prenotazione del funerale, cosa vogliamo dire?

E della Messa in suffragio da 50 euro nei giorni feriali, ma col supplemento nei festivi?

Dello squillo al cellulare che costa 5 euro di ammenda, mentre l’invio di messaggini addirittura 80? Che sia un abbonamento? 😉

Baciarsi dietro le colonne 50 euro. In che senso? Se lo si fa davanti all’altare è gratis? Ah no, neanche lì…

Insomma manca solo l’offerta-famiglia e il 3×2 e poi c’è tutto. Stessa qualità, più convenienza.

Ma il top dei top sta nell’abuso di credulità popolare, che oltre a essere un reato persino per la legge laica, è davvero un’offesa agli occhi di Dio.

Questa vendita di miracoli (addirittura) al modico prezzo di 1.000 euro. Roba che neanche Lutero aveva visto, quando scappò scandalizzato da Roma per mettere giustamente sottosopra la corrottissima Chiesa del suo tempo.

Per finire con l’“esorcismo”, niente meno! E per di più a un prezzo tale che è meglio non dirlo. Bisogna “chiedere preventivo“.

Come se il miracolo fosse l’utilitaria a portata di tutti. E l’esorcismo la fuoriserie a portata di pochi.

Un impressionante, e a suo modo indicativo, capovolgimento dei valori, dove la tariffa delle prestazioni aumenta secondo le regole del marketing, non per la rarità né per la qualità del prodotto, ma per la sua richiesta.

Più è richiesto, più si paga. Anche e soprattutto se non esiste, o se non è nel potere del venditore fornirlo a propria discrezione.

Ma in tutto questo, cosa rimane della Religione? Cosa, del vangelo? Quanto, di Dio?

Sempre che il manifestino non sia del tutto goliardico e vanamente offensivo verso una Chiesa invece al passo con le esigenze…

Oppure il problema c’è, è reale ed è grave, e quel manifestino, vero o taroccato che sia, ha almeno il merito di aver suscitato il dibattito su temi troppo spesso tabù, di cui tutti sanno qualcosa e di cui al massimo si parla a mezza voce?

Ai lettori l’ardua sentenza.



Il Fatto Quotidiano

Sacramenti a pagamento, parroco espone il tariffario. E i fedeli scrivono al Papa

190 euro per il matrimonio, 90 per battesimo o funerali; questi i prezzi esposti nella chiesa di Villa di Baggio, piccolo borgo sulle colline pistoiesi. Ma lui spiega: “Sono semplici indicazioni di offerta”

190 euro per il matrimonio, 90 per un battesimo o un funerale; questo il tariffario esposto sulla chiesa di Villa di Baggio, un piccolo borgo sulle colline pistoiesi. Come riporta La Nazione, l’anziano parroco, don Valerio Mazzola, si è giustificato dicendo di averlo fatto “per evitare l’imbarazzo degli accordi personali”. Secondo il parroco, infatti, il tariffario proposto era soltanto una “semplice indicazione di offerta”. “Non sono offerte obbligatorie né soldi che vanno a finire nelle mie tasche. La comunità deve capire che c’è bisogno del sostegno di tutti per mandare avanti la chiesa”, ha aggiunto. 
Ma questa scelta non è piaciuta a una parte dei fedeli, che hanno deciso di scrivere una lettera al Papa, lamentandosi anche del fatto che don Mazzola ha deciso di mandare i bambini in altre parrocchie per comunione e cresima, a causa della mancanza di catechisti. “Da tempo non sto bene”, ha replicato lui, “non posso seguire i bambini. Spesso mi devo assentare per recarmi a Torino, insomma non è una cosa fattibile“. Poi ha aggiunto: “Se il Papa chiamerà sarò felice di rispondere, tra l’altro a fine giugno festeggerò i miei vent’anni di sacerdozio. Mi sembra un bel regalo”.
La piccola comunità di Villa di Baggio si è divisa su quanto accaduto; molti, infatti, dichiarano di non essere a conoscenza della lettera inviata al Papa e difendono l’operato di don Valerio, 72 anni, descritto come una persona gentile. “Per quanto riguarda le indicazioni di offerta per le funzioni, sinceramente pensavamo fosse stata la diocesi di Pistoia a dire al parroco cosa scrivere”. ha spiegato una parrocchiana, aggiungendo che “il parroco è un po’ assente, forse è vero, ma in fondo non ha mai fatto nulla di male”. Un altro frequentatore della chiesa ha aggiunto: “Riguardo alle tariffe dobbiamo dire che in questa zona è pratica comune. Lo fanno un po’ tutti”.

Articolo originale sul Fatto Quotidiano