Fantozzi. O della Democrazia Sospesa


Quel pasticciaccio brutto di Palazzo Avitaia. Ovvero: dov’è il Referendum.




Si fa presto a dire Fantozzi, perché non c’è riferimento migliore per cose di questo genere. Ma in realtà l’imbranatissimo Fantozzi era un supermanager a confronto di questa Amministrazione, e non solo di questa.

Maggioranza e opposizione.

E qualche “dirigente” pure. 

Perché nessuno di questi si è accorto in questi anni (almeno 7, pare) che la normativa referendaria a cui fanno riferimento Statuto e regolamento comunali, vecchi ormai di una ventina d’anni, era stata in parte cambiata e che quindi Statuto e regolamento comunali andavano aggiornati di conseguenza.

Nessuno “si è accorto” che la mini-Costituzione cittadina aveva (e ha) bisogno di essere messa al passo: tanto assidua è la sua frequentazione da parte di chi governa…  

Così, quando sotto la spinta del Comitato e delle firme raccolte l’Amministrazione ha dovuto obtorto collo attivare la Procedura referendaria, il papocchio inevitabilmente è venuto fuori. Ed è un papocchio di dimensioni colossali e conseguenze imprevedibili.

Infatti, entro i primi 10 giorni dalla consegna delle firme, cioè entro il 22 febbraio scorso, doveva essere nominata la Commissione referendaria. A tutt’oggi invece non lo è stata.
Una Commissione che prevedeva, secondo la normativa vigente al momento dell’entrata in vigore dello Statuto (1996), tre componenti, di cui uno di provenienza Prefettura.

Ma quando l’Amministrazione ha interessato il Prefetto perché distaccasse il funzionario, la risposta ha gelato i dormienti di palazzo Avitaia. Chi, io? ha detto il Prefetto, in sostanza. Non mi compete. Sbrigatevela da soli e magari aggiornate il vostro Statuto. 

La risposta del Prefetto.

Al che il Sindaco ha dovuto prenderne atto e, con comunicazione del 24 marzo scorso, ultimo giorno disponibile della nostra precedente diffida (dovevano informarci entro il 14); dico il 24 marzo, 10 giorni dopo la scadenza dei 30 giorni dalla consegna delle firme; e ben 30 giorni dopo la scadenza dei primi 10 giorni, durante i quali appunto andava nominata la Commissione – il 24 marzo il Sindaco ci informa appunto che devono aggiornare lo Statuto.

Modificare lo Statuto – 30 giorni dopo…



Le conseguenze sono epocali.


1.

A parte la buona volontà, che come la pietà della Corte non si nega a nessuno – non si può riconoscere a questa Amministrazione se non la solita proverbiale imbranatezza, la sciatteria, il pressapochismo a cui ci hanno purtroppo abituati.

Mesi e mesi di campagne intimidatorie in cui non passava giorno senza che ci facessero – a noi e ai Cittadini che firmavano – il solito vuoto sermoncino su quello stesso Statuto che evidentemente non hanno letto o non hanno capito – ed è il meglio che possiamo pensare.

Dopo di ciò, il vuoto. Il completo disastro.

Perché intanto l’Amministrazione di fatto è inadempiente, totalmente e ingiustificabilmente, rispetto agli obblighi dello Statuto.

Inadempiente ai 10 giorni. Inadempiente ai 30. Inadempiente ad oggi (47° giorno).

Ma, soprattutto, inadempiente rispetto alla funzione assolutamente fondamentale di assicurare il corretto svolgimento della vita democratica in questa Città.

In sostanza, lo Statuto non aggiornato mette oggi a repentaglio la più delicata delle manifestazioni democratiche: il Referendum: nientemeno che l’espressione della volontà dei Cittadini.

Ovvero in questa Città, oggi, la Democrazia è sospesa. E la responsabilità è proprio di chi doveva garantirla e tenerla ben oliata.

Il Comune è clamorosamente inadempiente e questa inadempienza sarà inevitabilmente denunciata nelle sedi competenti.


2.

Sarebbe finalmente, come abbiamo già scritto, e a maggior ragione alla luce di questa incredibile complicazioneun segno di saggezza ritirare il progetto sciagurato e l’oggetto stesso del contendere, per poter minimizzare i danni all’immagine della Città e al prestigio delle Istituzioni così gravemente lacerate da tanta inefficienza.

E ripartire tutti insieme con un progetto realmente partecipato e democratico.


3.

Ovviamente il Referendum mantiene intatta tutta la sua validità e sostanza giuridica. 

Ma al contrario che razza di validità e di legittimazione può ormai avere un’Amministrazione che non è capace di rispettare il suo stesso Statuto? La legge fondamentale cittadina?
È come se un governo nazionale potesse stare in piedi contro la Costituzione. 


4. 

Arriverà presto su questi punti una diffida del Comitato. Ma possiamo già anticiparne qualche tratto.

Poiché infatti a lato di tanta inefficienza si moltiplicano le voci dall’orribile sottobosco di faccendieri e mestatori che spiegano (speriamo, a vanvera) l’agire e le intenzioni dell’Amministrazione e la sua soi disant innata furbizia che farebbe di noi un sol boccone… – voci secondo le quali si starebbero accelerando le pratiche per il bando di gara e l’assegnazione dei lavori e altre simili amenità.

Una fretta che abbiamo già dimostrato essere del tutto fuori luogo quanto ai tempi e ai modi. Ma che sarebbe clamorosamente oltraggiosa e intollerabile in presenza di una débacle normativo-amministrativa come quella di cui dobbiamo purtroppo prendere atto con la lettera del Sindaco già citata e sopra riportata. Un crollo senza precedenti.

L’obiettivo degli strateghi-fai-da-te dell’Amministrazione, sempre secondo queste voci sedicenti bene informate, sarebbe di aggirare referendum e Comitato facendo la Gara d’appalto e assumendo quindi gli OGV (obblighi giuridicamente vincolanti), cioè affidando l’appalto a una ditta vincitrice, in modo tale da far trovare Cittadini e Comitato davanti al fatto compiuto.

Ora, una tale ipotesi è talmente infamante, illegale e antidemocratica che non ce la sentiamo di attribuirla neanche lontanamente a una pur mediocrissima e impresentabile, per certi versi tragica, Amministrazione come questa.

Eppure sappiamo che se spesso le voci ingigantiscono e distorcono i fatti da cui derivano, quasi altrettanto spesso quei fatti in qualche misura ci sono.

Ma se questo fosse mai il piano d’azione di qualche scarafaggio che si crede un Richelieu de noantri, costui/ei si troverà ben presto a fare i conti la dura realtà che per essere Richelieu non basta vestirsi di nero. Specie se si è molto più simili a Fantozzi.

Lo diciamo a chiunque eventualmente culli questi propositi verminosi.

Lasciate perdere. Ritrovate un po’ di serietà e di dignità.

E all’Amministrazione, invece, come sempre possiamo solo ricordare e consigliare il meglio. E cioè. 

Fate il referendum o ritirate il progetto e decidetevi a seguire la prassi democratica del concorso e della partecipazione.

Nel frattempo state bene attenti a non forzare la mano in nessun modo.

Niente gare.

Niente OGV. Che se li fate contro il volere dei Cittadini, li metteremo sul vostro conto. In solido. E quei lavori dovrete pagarveli voi, salvo ulteriori conseguenze.

Non sfidate i Cittadini e imparate una buona volta a rispettare la loro voce. Tenete a freno le teste calde, se qualcuna c’è. Perché il giorno in cui metterete mano alla Piazza senza e contro i Cittadini, avrete segnato voi stessi il vostro destino.

Applicate le leggi e fate valere democraticamente le vostre scelte, senza colpi di mano. 

Ora la parola è ai Cittadini. Nessuno si azzardi a parlare al posto loro. Furbetti e traffichini liberino il campo.

Parla la Democrazia.

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