Non cambia l’accaduto. Non modifica nulla. Non consola neanche un po’.
Ma ci tenevamo a dirlo.
Il breve post sull’addio ad Angelo ha sbriciolato tutti i nostri record.
Quasi 9 mila letture, in mezza giornata, solo sul sito e solo per quel pezzo.
Circa il doppio (!) sui vari gruppi social e del network di RuvoLibera.
Cifre incredibili.
Immaginiamo che gli altri siti abbiano registrato trend analoghi.
Insomma, purtroppo non cambia le cose, e sono dati di cui avremmo fatto volentieri a meno, pur di averlo tra noi. Tutti. Anche noi che non lo conoscevamo e ora lo viviamo quasi come uno di famiglia. La grande Famiglia comune cui tutti apparteniamo.
Ma ci sembrava giusto notare, come ultimo pensiero “pubblico” in questa tragedia, prima che domani (in realtà tra poche ore) si ricominci inevitabilmente a parlare d’altro – ci sembrava giusto sottolineare come il bel ragazzo timido, educato, rispettoso, che non ha avuto neanche il tempo di affacciarsi per trovare la sua strada nella vita, ne è uscito da trionfatore.
Ha vinto nei cuori, lasciando un ricordo indelebile nella vita di questa città. Ricordarlo sarà il nostro modo per rendere forse un po’, appena un po’, meno amaro un destino così cinico, che forse potrà trovare una spiegazione in un disegno più ampio, ma qui lascia un’enorme scia di dolore e di rimpianto.
Una storia terribile che una sola inezia, se fosse andata diversamente, avrebbe potuto restituire a una tranquilla routine di banalità, all’affetto familiare, alla salutare penombra del privato. Alle cose più preziose, che nella quotidianità sono quelle cui diamo meno valore, viziati e ciechi come siamo.
Il caso si è accanito, mostrando in realtà una mira ben precisa. Chissà se la fede può dire qualcosa, se può davvero individuare un’autostrada per il paradiso di fronte ad una faccia orribile della realtà e mentre la ragione ancora cerca e sconta il suo travaglio.
C’è chi vi vede un disegno divino.
Noi pensiamo, senza offesa, che i veri disegni di Dio non comportino simili dolori per nessuno.
Certo questi eventi non passano inutilmente. Al contrario, insegnano a tutti noi quanto rara e preziosa sia quella banale serenità quotidiana che diamo troppo spesso per scontata. Cuciono le nostre esistenze in un tessuto più grande, che altrimenti neanche sospetteremmo.
Ma possibile che Dio, se questo fosse un suo “disegno”; possibile che il miglior docente dell’universo non abbia un metodo migliore per farlo capire sia pure alle teste dure, agli allievi neghittosi e svogliati che siamo – senza far uso di vittime sacrificali?
Ma il discorso ci porterebbe troppo lontano, senza alcuna speranza di risolvere il problema.
Rimarrà un segreto. Il segreto di Angelo e dei tanti finiti troppo presto a vivere per sempre.
Ciao Angelo. È stato bello conoscerti. E come tutte le cose belle, è durato troppo poco.