LA VERA STORIA DELLE DIMISSIONI DI DE PALO
A leggere la lunga e mielosa lettera d’addio di Pasquale De Palo al Sindaco, da cui viene fuori una vera e propria adorazione, con tanto di culto ed autoesaltazione mistica collettanea, del giovane per il vecchio piddino – non sembrerebbe proprio.
Tuttavia c’è chi la storia delle dimissioni non la beve e offre altre versioni. Ecco infatti che l'”altra versione” mi telefona.
“Quand’ero io assessore la Montaruli mi odiava. Così mi fece dimezzare il bilancio, nella speranza che mi dimettessi”.
Dinamiche curiosamente simili, no? E nomi curiosamente ricorrenti.
Eppure nella sua lettera De Palo non fa che incensare il Sindaco, la Giunta e ovviamente se stesso, la rivoluzione cittadina che solo loro vedono ecc… ecc…
E se accusa qualcuno, accusa curiosamente i massimi sistemi (l’UE, lo Stato nazionale, Monti, Renzi) oppure qualche dirigente comunale a suo dire troppo rigido nel far quadrare i conti. Sarà riferito alla dott.ssa De Tommaso, responsabile dell’area finanziaria e, poverina, in primis quella che fronteggia contabilmente il mostruoso debito e la possibilità (certezza) di dissesto dell’Ente? Chissà.
Insomma o i massimi sistemi o i burocrati ignavi di palazzo. NON il Sindaco, NON la Montaruli, suoi rivali nella corsa al 2016.
Un manipolo di soidisants eroi e rivoluzionari capitati (classicamente) in un contesto ostile.
Ma se confrontiamo questa versione edulcorata alla narrazione delle lotte furibonde per la candidatura Pd alle elezioni del 2016, andata in onda nei giorni immediatamente precedenti, forse troviamo un’altra e più convincente chiave di lettura.
Ottombrini, narra Radio Avitaia, vuol ricandidarsi a tutti i costi. (Evitiamo di commentare. 😉
Ma anche la Montaruli, in un primo tempo data per favorita.
E De Palo, su cui una parte del Pd conta(va) avrebbe perso questa partita.
Le sue dimissioni perciò sarebbero un modo per battere i pugni sul tavolo, misurare la propria forza e quella degli interlocutori.
La prevedibile processione di solidarietà che si sta verificando, non solo tra i beneficiati -(anche noi abbiamo detto la nostra), sarà così uno strumento per strappare la retromarcia delle vecchie cariatidi piddine e la propria investitura a candidato per il 2016.
Impresa possibile, visto che gli altri due non possono permettersi di perdere l’unico che può portare loro qualche voto.
Insomma, il De Palo silurato restituisce il favore silurando il Pd, se chi lo controlla non torna sui suoi passi.
In questo senso, l’incenso abbondantemente sparso su Sindaco e Giunta ha il suo bel perché: non si attacca coloro da cui si vuole un beneficium, un’investitura. E se li si incensa è meglio.
Difficile dire quale delle due ipotesi sia vera. O magari entrambe, o nessuna.
Una cosa è però certa. Quale che sia la verità, sono tutte ipotesi insignificanti per la Città e il suo futuro.
Il Pd a Ruvo è un morto che cammina, e lo sa. Decidere chi ne terrà le esequie è cosa di nessuna importanza per il resto della Città, che vuole vivere e ritrovare un Futuro degno di questo nome.
Una nuova alba e un nuovo inizio – essendo stata portata alla distruzione proprio da questa sciagurata amministrazione crepuscolare e decadente.
C’è bisogno di ben altro.
Per quanto riguarda i tagli cercheremo di capirne di più. Nel frattempo la nostra solidarietà alla dott.ssa De Tommaso, una delle poche persone che non si sono sottratte al confronto. Dovrebbe essere la norma. In un Comune come questo, è roba da medaglia al valore.