Caro Pasquale,
era mia intenzione scrivere queste riflessioni già da qualche mese; colgo perciò l’occasione della tua lettera di chiarimenti del giorno 31/8 e di una febbricola che mi tiene forzatamente a casa.
Da fuorisede, ho sempre descritto Ruvo ai miei amici settentrionali come una cittadina dalle mille potenzialità e risorse, un borgo della cui bellezza ci si può innamorare anche in un solo pomeriggio.
Purtroppo questa visione romantica ed entusiastica del mio paese si è presto rivelata un castello di sabbia, e poi di rabbia. Tornato stabilmente a casa mi sono accorto che il paese è migliorato a passo di una lumaca zoppa e i difetti peggiori sono rimasti invariati, in qualche caso aggravati.
Il centro storico è in stato comatoso da qualche lustro, il commercio stenta a decollare, la città è visibilmente sporca, trascurata e insicura. Poco o nulla è stato fatto per rendere Ruvo a misura di cittadino.
Noi giovani, ma suppongo sia lo stesso per la maggior parte dei ruvesi, preferiamo passare le nostre serate nei centri viciniori, dove è possibile trovare quanto meno un’illuminazione più rassicurante. Se poi guardiamo a tutti coloro che preferiscono stabilirsi lontano da Ruvo la situazione risulta ancora più deprimente.
Queste problematiche irrisolte non mi rattristano solo per gli ultimi quattro anni di amministrazione Ottombrini. Piuttosto rabbrividisco alla constatazione che in nove lunghi anni di amministrazione del Centro Sinistra si sia fatto praticamente niente.
A mio parere però, le poche note positive, che si possono contare sulle dita della mano di un falegname, provengono dal lavoro alacre di persone serie, ambiziose, competenti e oneste come te.
Ho constatato direttamente, da volontario del “Festival Talos” qualche anno fa, e indirettamente, tramite persone dell’Ente che hanno lavorato a tuo stretto contatto, quanta passione, tempo ed energie hai speso per adempiere i compiti di Assessore. Molte volte hai fatto ben più del tuo dovere.
Tuttavia il bilancio di questi anni, compreso quello economico, è assolutamente negativo. Questo grazie a incarichi dati non per competenze ma per logiche di partito o di lista. Grazie a decisioni prese non per il bene comune, ma per fini elettorali e clientelari.
Tu sei l’esempio di ingiuste logiche di partito/coalizione: molti si chiedono perché quattro anni fa non sia stato tu il candidato sindaco del Centro Sinistra.
Avresti fatto certamente meglio di un sindaco, quello attuale, che già in campagna elettorale faceva fatica a leggere i suoi scritti (ma poi, mi chiedo, erano realmente i suoi?). Avresti fatto certamente meglio di un sindaco, quello precedente, che ha garantito dolci e tranquilli sonni alla nostra cittadina.
“Non volevamo bruciarlo”, questa è stata la confidenza da parte di un esponente “di spicco” del PD. La realtà è che, candidando te, si sarebbero dati la zappa sui piedi e avrebbero bruciato loro stessi, data la loro pochezza e incompetenza.
La situazione non è cambiata, perché ti trovi immeritatamente tra incudine e martello, oggetto di litigi interni al partito tra chi ti spalleggia (Lia Caldarola) e chi ti osteggia (Vito Ottombrini, Caterina Montaruli), degni rappresentanti di una classe dirigente che stenta a capire da qualche decennio che è il momento di farsi da parte.
L’amministrazione, che tu stesso hai definito “debole, succube, incapace di decisioni forti” per far “ripartire la macchina”, è lo specchio dell’attuale PD ruvese: litigioso, inetto, mediocre, cocciuto e tutt’altro che meritocratico. Capisci bene che da questo terreno i pochi fiori che nascono sono soffocati da un’infestante gramigna.
Caro Pasquale, sei una persona di scienza e di cultura, vivi questo paese attivamente e conosci i suoi talenti. Ti chiedo dunque di prendere una decisione forte e definitiva per il bene del paese: tirati fuori dal PD, crea una sola lista civica composta da nomi nuovi, persone oneste, intraprendenti, competenti e dalle larghe vedute.
Esci dalle sterili beghe di partito e, assieme alla squadra che formerai, redigi un programma dettagliato e ambizioso.
Se dovessi vincere, questa sarebbe l’unica via per portare nuova linfa alla città, per rilanciare seriamente politiche sociali ed economiche che ci portino fuori dal guado.
Al contrario, cercare di cambiare le cose dall’interno del PD sarebbe solo un modo per rimanere irrimediabilmente sommersi dai soliti giochetti che ci hanno portato lentamente in questo triste stato.
Caro Pasquale, citando il commento di Roberto Saviano al rapporto di Svimez sull’economia del Mezzogiorno, bisogna agire subito, perché “agire domani sarebbe già troppo tardi”.
Non possiamo più permetterci di perdere altro tempo e risorse. Soprattutto non possiamo permetterci di perdere definitivamente la speranza.
La sola ma fondamentale speranza di poter scegliere il migliore e non, come di consuetudine, il meno peggio.