LA SITUAZIONE È GRAVE. MA NON È SERIA.
#SalviamoRuvo
Non si è ancora assopita l’eco della squallida farsa delle deleghe, il tiremmolla sugli assessorati, ed ecco che ben 4 consiglieri Pd se la danno a gambe alla vigilia del crollo.
“E altri due sono in procinto” secondo la stessa radio piddì.
Siamo alle comiche finali.
Il sindaco sotto ricatto e il partito che si sbriciola mentre lui non molla.
Ma appunto non è da prenderli sul serio. È solo un’altra recita napoletana. Anche piuttosto sguaiata.
Un partito che da un pezzo ha perso l’etica, ora non regge neanche all’estetica.
D’altra parte la spiegazione i Lettori di RL la conoscono già.
È solo l’ennesima faida interna tra il partito del brocco Ottombrini e quello che vuole mandarlo a casa per candidare un brocco dei suoi: di quelli che nessuno ha sentito in questi 5 anni di disastri. Che non hanno preso posizione. Che hanno lasciato sventrare la Città quando non hanno aiutato a farlo, pur di avere il loro posto a tavola. L’eterna lotta tra gli illusi e i delusi.
E come al solito RL l’aveva previsto, nel famoso articolo di luglio.
Il patto era: “noi approviamo il tuo bilancio “, chiaramente falso, aggiungiamo noi, secondo i parametri della Corte dei Conti; “e tu ti togli dai piedi“.
Ottombrini ha dovuto cedere e promettere.
Ma, come abbiamo appunto previsto, avrebbe(ro) trovato il modo di non mantenere l’impegno.
La vecchia scuola democristiana deteriore. Niente di nuovo.
La farsa sugli assessorati si spiega così.
Ottombrini ha fatto finta di cacciare gli assessori. Ma solo sulla carta.
Oppure li ha cacciati davvero, per offrire alla controparte quei posti liberi. Il suo piano, elementare come sempre: farsi votare dagli avversari interni comprandoseli con quelle carichette e intanto magari perfezionare il patto inconfessabile con quel che resta di Forza Italia, siglato sulla pelle dei Ruvesi, della Piazza e della Democrazia.
Ma la controparte ha ribadito “non hai capito niente, te ne devi da annà!”. Sono mica scemi a mettersi sotto schiaffo adesso.
Insomma, l’aspirante napoleoncino di palazzo Avitaja ha come al solito sbagliato piano.
Ma anche gli altri, che si sono fatti imbeccare come tordi, non sono di consolazione.
Eppure gliel’avevamo predetto chiaro chiaro:
“Le vecchie cariatidi hanno promesso la rinuncia e l’azzeramento della giunta DOPO l’approvazione del bilancio.
Cioè dopo che loro avranno raggiunto il loro risultato. Tenere le chiappe sulla poltrona. Che è quello che gli interessa, per sopravvivere ancora un po’, a spese nostre.
Insomma, prima avranno il cammello, dopo eventualmente pagheranno. Cioè azzereranno la giunta ecc.
E quanto scommettiamo che troveranno un motivo per non rispettare il patto? 😉
La vecchia storia del lupo che promette all’agnello di diventare vegetariano. Ma solo dopo averlo mangiato.”
Ora il Pd vive l’ultima fase della sua agonia. Il contorcimento all’esterno e la lotta fra bande all’interno.
Nel solito gioco al ribasso, vincerà il peggiore.
Ma se questo è storia normale per l’orrore clientelare che è diventato il Pd, nondimeno non è un esito accettabile per una Città che vuole e deve rinascere.
Il Pd si dissolva nel suo destino. La Città ha diritto di sperare il meglio.
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