#SalviamoRuvo
Si dimette lunedì.
I beneinformati lo danno per certo.
È sottufficiale, direbbe Totò. Tra poco diventa ufficiale.
È la vendetta della Rotonda stuprata? Della Storia umiliata da questi barbari zoticoni sempre al soldo di chi gli butta un po’ di becchime?
La rivincita della Democrazia negata? Delle Leggi violate in quantità industriale? Dei 120 avvisi di garanzia? Dei 30 milioni di debito? Del dissesto dietro la porta?
Insomma, se ne vanno?
Incubo finito?
Il selvaggio capo(comico) del Partito Distruttore se ne va davvero? E i suoi tirapiedi di ieri, oggi ribelli per convenienza e per modo di dire, fanno sul serio?
Davvero potremo, sullo sfondo di una Città Distrutta, sulla lapide di palazzo Avitaia, mettere il cameo a questa amministrazione di zombies, defunta da tempo, e finalmente ripartire?
Macché. Tutta scena. Tutta farsa di vicolo. È solo l’ennesima puntata della squallida telenovela Pd iniziata a luglio.
Chi ha seguito le puntate precedenti su RL lo sa bene.
La gara a chi è più brocco
È solo una guerra di nervi, a chi ce li ha più fragili. A chi è il più brocco, tra i brocchi certificati dal fallimento a cui hanno condotto un’intera Città.
Disastro-Ottombrini si dimette in risposta alle dimissioni dei 4 consiglieri Pd.
Insomma manda a dire loro: “siete proprio sicuri di mollare la poltrona e andare al commissariamento?”
Conosce i suoi polli. Sono come lui. Soffrono delle stesse malattie. Insicurezza, frustrazioni, incapacità, detestazione popolare, odio per la democrazia, amore per gli inciuci fatti in casa-chiesa e una inguaribile patologia poltronizia.
Io ladro, riconosco ai segni il ladro – dice il poeta.
E anche loro si riconoscono tra loro.
I fuoriusciti si piegheranno e torneranno all’ovile. Alla sacra poltrona immeritata da cui continuare a fare disastri per altri 6 mesi, prima di andare sotto processo.
Vito-Nicola-Disastro-Ottombrini avrà 20 giorni di tempo per revocare le dimissioni.
Nel frattempo i suoi sedicenti oppositori si saranno riempiti il pannolino più volte, per la fifa di perdere davvero il posto. E torneranno a chiedere perdono.
Sono più di trent’anni che il vecchio pensionato è lì a far disastri. Sa farli sicuramente meglio di loro e ne ha tutto il potere, la cieca volontà e le capacità.
Insomma, in questo regolamento di conti tutto interno alla cosca al potere, specie il potere di far disastri a carico nostro – scommetto sul capacchione, come lo chiama Emiliano.
È il più inadatto di sempre alla guida e al comando, figuriamoci al governo, che è cosa ben più raffinata; alla progettualità e alla responsabilità. Ma i suoi avversari interni lo sono ancora di più, come dimostrano gli incredibili errori anche in questa storiaccia greve e volgare tutta interna al partito-cosca, da cui conseguentemente nulla traspare all’esterno.
Democrazia, trasparenza, informazione: parole senza senso, per un’amministrazione senza senso alcuno.
In attesa di mandarli tutti a casa. Definitivamente.
I Cittadini vedono, giudicano, si informano, e non daranno certo altra fiducia a chi ha letteralmente raso al suolo la Città.
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