Babbo NaTari se ne va. La Tari più alta d’Italia e adottata con procedure di dubbia legittimità potrebbe essere stato il suo ultimo “regalo” ai Ruvesi.
Ma non disperiamo: possono ancora far peggio (e molto, vedi il Pug!) in questi pochi mesi.
Oggi esce di scena l’uomo che più di ogni altro, insieme alla Montaruli, rappresenta il fallimento del Pd, dei suoi vertici almeno, e della sua politica sconclusionata, dagli effetti tragici sulla Città.
Un partito che ha ereditato il peggio della peggiore DC, centro metastatico di affarismo e clientelismo, non a caso “governato” da democristiani del peggior ceppo a livello locale come nazionale.
Chi rileverà il posto del sindaco, di cui già al tempo dei proclami irresponsabili avevamo fin troppo facilmente pronosticato l’uscita di scena? Chi si candiderà ad un’eredità così atrocemente squalificata?
Lo sapremo lunedì. E da lì capiremo se nel Pd morente si è raggiungo un accordo mortuario per salvare le apparenze o c’è stata una feroce resa dei conti che lascerà strascichi.
Le possibilità sono: un esterno ignaro; un componente della corrente “sinistra” per tentare di arginare la fuga degli altri partiti di sinistra, disgustati da questa amministrazione e da questa maggioranza; oppure uno/a del cerchietto magico dei fuoriusciti, che così verrebbero recuperati in nome dell’unità, almeno elettorale.
Chiunque sia, farà da parafulmine e assorbirà tutte le scosse del fallimento in atto. Sarà il capro espiatorio di una sconfitta inevitabile. Lo stesso ruolo che il Pd aveva riservato la volta scorsa a Ottombrini. Miracolato poi per i noti motivi.
Se invece l’accordo è stato raggiunto “contro” Ottombrini, sarà lui il parafulmine e capro espiatorio, specie di chi finora l’ha sostenuto e spinto nel baratro, e che cercherà di salvarsi a sue spese. Vedremo.
E intanto che nella cabina di comando ci si mette d’accordo su quale frottola raccontare ai Cittadini, la nave affonda. Ruvo affonda. Nell’irresponsabilità di comandanti che pensano solo a salvarsi la pelle, non avendo più né rotta né onore politico da salvare, dopo aver stuprato Storia, Democrazia, Economia e Città.
Ma almeno un risultato l’abbiamo raggiunto: la nostra battaglia di Verità e di Civiltà ha avuto il suo primo grande risultato: “I resti di quello che fu uno dei più potenti partiti della mangiatoia risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.”
Travolti dall’indignazione popolare. Dalle nostre instancabili campagne di trasparenza e democrazia. E da 92 avvisi di garanzia divenuti rinvii a giudizo. Costretti a trovare un candidato di ripiego, di tregua o finto rinnovamento che sia, per abbindolare gli ultimi gonzi e tentare di evitare la decomposizione.
Ora non rimane che inseguirli fino alla disfatta totale dell’attuale gruppo dirigente, ivi compresi quelli della non-opposizione – un passo essenziale per ridare voce alla base del partito (se ce n’è una che possa dirsi innocente) ma soprattutto essenziale per liberare il campo alla speranza e far rinascere la Città.
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