Stimolato ulteriormente anche dalla brillante (come sempre) riflessione di Frank Einstein, il nostro autore-detective in incognito, ho fatto un salto a vedere di persona a che punto siano gli scavi in Via don Minzoni.
Ho scambiato due chiacchiere con la giovane e bella archeologa e li ho visti, lei e gli operai, levare la terra con attrezzi leggerissimi. Praticamente col cucchiaino. E addirittura con le scope, per evitare di fare un qualsivoglia danno – nonostante il ventaccio che trasformava subito quella terra in polvere, nei miei occhi come nei loro.
Una cura infinita, della quale ringrazio a nome della Città e della sua Storia.
Ma inevitabilmente e immediatamente il pensiero ha fatto i suoi confronti.
Qui, su un sito secondario, tutta la delicatezza del mondo. A Piazza Castello, nel cuore della Città e della sua Storia, una brutale colata di cemento e l’orrore sopra.
Perché?
Se da qualche parte c’è un Dio, sono sicuro che sta prendendo appunti.
(m. a.)
Nel 1836 Salvatore Fenicia riferendosi a Cotugno scriveva:
quale strada passava per mezzo alla città di Ruvo: ma le cure di celebrare l’ingegnosissima strada, che la natura à sternato nelle orecchie dell’uomo, non li permisero secondare il suo nobile disegno.
Nella capannina si lavora con calma.
Nella Piazza non ci sono capannine ma c’è il “conforto” della SoprIntendenza e la velocità del Road Runner.
Nell’orto non si utilizza il Georadar.
Si osserva ogni pietruzza con attenzione.
Nella spianata si usano mezzi pesanti e con la proroga si attendono i carretti siciliani carichi di basole.
Nell’orto si scava e si spala.
In Piazza il cemento armato tutto copre, pozzi e sotterranei. [1]
Nell’orto un piccolo Team al lavoro spera di ritrovar inumazioni e reperti.
Nella piazza un grande Team copre un’intera necropoli insieme ad antiche pavimentazioni stradali.[2]
Nella valle si indaga con metodo certosino al di sotto di un’antica via.
Nella piazza si spostano le transenne e si copre LA VIA. [3]
Lo stesso boccaglio di pozzo ritrovato conferma l’esatta posizione dei sotterranei.
La presenza di inumazioni è stata confermata dagli stessi archeologi che seguono i lavori. La necropoli di piazza Matteotti confermerebbe quanto già si conosce senza l’obbligo di ulteriori indagini. (?)
“Ci fanno conoscere il territorio ma non costituiscono un patrimonio da andare a scoprire.” (cfr interviste all’architetto M.A. Curci.)
La presenza di un’antica pavimentazione è confermata dagli stessi archeologi e sottolineata dai tecnici alla conduzione del cantiere.
(cfr dichiarazioni dell’architetto M.A.Curci durante l’intervista post conferenza nell’ottobre 2015)
Che sia realmente la leggendaria Via costruita dall’imperatore Traiano?
Che si tratti dell’antica Via Traiana, oggetto di ricerca di molti studiosi, locali e non, è confermata dalle sue dimensioni, dal suo andamento comparato con quanto sappiamo del suo antico percorso.
Le dimensioni dell’Asola Archeologica non a caso abbracciano sia i sotterranei della Torre (la zona dei “pozzi recenti” per intenderci ) sia una porzione dell’antica Via.
Sempre dall’ “ode anacreontica…” Emoticon smile