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RuvoLibera

FANTASMI A PALAZZO AVITAIA E LUPI INTORNO

15 Febbraio 2016
#SalviamoRuvo




IL BAFFO DI ZELIG E IL DELIRIO DI FRATE MATTEO

Che tenerezza, Attila-il-vecchio, ora Frate Matteo, che fa le sue riunioncine e prova ancora a spacciare la sua vuota e piatta mercanzia a orecchie sempre più scandalizzate, che poi vengono a riferirti e ti dicono come fiumi in piena “avevi proprio ragione“.

Il pover’uomo è così alla frutta che nell’ultima riunioncina, nel venghino siori di un tristissimo sabato sera, mentre sotto il Palazzo che nulla di buono decide, nel vuoto che pioviggina, una Piazza massacrata e una Democrazia violentata chiedono giustizia – ha gettato la maschera e ha placidamente dichiarato che sì, “ci vogliono facce nuove”, ma che però le fila deve tirarle sempre “chi conosce la storia di Ruvo”.

Ah ah ah!… Mai riso tanto in vita mia. 🙂

La storia di Ruvo? Affidare la Città a chi l’ha distrutta?

Ma dai. Ma a questo, Zelig gli fa un baffo. Appunto…

Ma ve lo immaginate l’unno che dopo aver distrutto e raso al suolo Aquileia si fosse presentato dicendo che solo lui poteva ricostruirla perché ne “conosceva la storia“? 

Le risate degli antichi arriverebbero fino a qui, sedici secoli dopo.


Misteriose “soluzioni

E come fare col disastro di cui è non l’unico ma sicuramente il primo responsabile? Qual è la soluzione del problema degli espropri? Gli chiedono…

E lui, con la solita aria da venditore di pentole arrugginite: la soluzione “ce l’ha“. E qual è? Boh. Mistero. Non si può dire. 

Caro frate: la soluzione certo che ce l’hai. L’unica alla tua portata. Chiedi perdono e sparisci. Per il tuo bene e soprattutto per quello della Città.


PUG-NO sulla Città

Ma una parolina buona la mette anche sul Pug, l’incredibile orrore che questa amministrazione sciagurata (maggioranza e finta opposizione mangiante) si appresta a rifilare alla Città agonizzante.

L’ennesima follia a carico nostro, partorita dalle stesse menti cervellotiche di sempre e imposta con le stesse metodiche antidemocratiche a una classe di tecnici locali riottosi ma che finiranno per adeguarsi perché “si deve lavorare“.

Quelli che fanno i piani sulla carta e consentono e autorizzano scempi incredibili e imperdonabili come quello di via Peucetia/Pertini – beh, non sanno una mazza di Storia, e probabilmente neanche di urbanistica, né con ogni evidenza di prevenzione delle catastrofi idrogeologiche – ma bisogna dire che invece conoscono bene i loro polli.

Sanno come farli razzolare e come farli ruzzolare.

Così nasce questo mostro di Pug, il Piano di Uccisione Generale della Città, già portata all’agonia dalle cosche clientelari comunicanti e associate dell’ultimo quarto di secolo.

Da strumento di sviluppo, come poteva e doveva essere – a pietra tombale.

La devastazione più totale di finanze pubbliche e private, l’oceano di altri espropri e rimborsi a carico nostro, il massacro ambientale più devastante della nostra storia, il costosissimo ridicolo di una seconda zona industriale verso Corato mentre si spopola persino la prima, sotto il peso della crisi e della proverbiale insostenibile inefficienza e mancanza di idee dei fantasmi di palazzo Avitaia. 

Nessuna idea tranne la solita: fiutare l’affare (a spese nostre) e pucciare il biscotto clientelare. Altro non c’è.

Il Pug-secondo-lorsignori: un terremoto rispetto al quale la devastazione degli ultimi venticinque anni, a firma Attila & co., sembrerà solo l’aperitivo.

Il Pug che mette d’accordo le garrule vocine dell’amministrazione, maggioranza e non opposizione pucciante, insieme a qualche aspirante miniducetto coratino e ai soliti padrini baresi che hanno visto in questa amministrazione farlocca, maggioranza e finta opposizione, l’alleato ideale per fare della nostra Città e del nostro territorio la loro zona di caccia.

Quelli che decidono quale Piazza sventrare, quale progetto, quali progettisti, quali procedure in barba alla legge; quale Democrazia cancellare, quali cittadinanze ammutolire.

E glielo lasceremo ancora fare?


Fino al centro della Terra

Scordatevi il dissesto, i 30 milioni di debito che ci stanno già affondando, i 120 avvisi di garanzia, la Piazza sventrata, la Democrazia negata.

Quello è il burrone in cui ci hanno fatti già precipitare. Ora il loro obiettivo è far esplodere un varco per precipitare la Città fino al centro della terra, perché non possa mai più riprendersi.

È quello, lo stramaledetto Pug imposto dall’alto come certi “proggetti” del menga – è il Pug il delitto che li tiene e unisce, il latte che attira i loro biscotti, il filo che cuce i loro destini dostoevskiani. La macabra sinfonia di cui il massacro della Piazza e della Democrazia è stata solo l’ouverture.

Ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie, per mesi, “tecnici” sbraitare contro questo Pug cervellotico e affossatore – e poi al momento buono piegarsi nella solita posizione perché se il ciambotto passa, ogni remora muore e pucciare il biscotto diventa l’unico imperativo.

L’anelito alla libertà si è già perduto e torna l’istinto di schiavi abboffati.

E d’altra parte – non è certo con chi ha retto il moccolo agli Attila di turno, contribuendo attivamente al disastro, che la Città può avere speranza di rinascita.


Dove siete, uomini nuovi?

Servono politici e tecnici nuovi, giovani, cioè freschi a prescindere dall’età anagrafica; politicamente puliti e non compromessi. Ne abbiamo bisogno. 

Dove siete? Già rassegnati a brontolare e ad aspettare la mollichella dal partito, o lo stage a costo-zero-e-dimmi-grazie nello studio già “avviato” e pucciante, o avete già fatto le valigie per portare all’estero la vostra dignità?

Sicuri sia la scelta giusta? Sicuri di voler cedere alla rassegnazione? Sicuri di voler imparare a piegarvi – anziché piegare l’ingiustizia e costruire una Città migliore, un Paese migliore, un Mondo migliore, perché libero?

Sicuri di voler lasciare ai vostri figli una città e un mondo persino peggiori?


Comitato di Difesa Cittadino

Serve costituire subito un Comitato di Difesa Cittadino, che erediti la gloriosa battaglia della Piazza e che si prepari a uno scontro epocale ben più vasto contro chi vuole distruggere il nostro presente e il futuro dei nostri figli.

Tu, ci sei?

Mi chiedo come si porrà il mio ottimo amico Pasquale Chieco di fronte a questo orrore. Come potrà farvi fronte se accetterà la nomina di un apparato complice fino al collo. Anzi, fino al midollo.


Vittime due volte

Mi chiedo come faccia la base dei partiti a farsi ancora raggirare dai soliti venditori di fumo di ogni colore e non li rimandi a casa col trattamento che meritano.

Vittime due volte. Che pagano come Cittadini e in più sono costretti a sostenere elettoralmente i loro carnefici, in cambio di qualche promessa vuota, sciapita e cionondimeno subito tradita.

A loro e a tutti dico: sveglia! Possiamo fare di più. Possiamo fare meglio. Possiamo fare tutto. L’unico ostacolo sono loro, quelli che usano il vostro attivismo per i loro squallidi fini. La vostra faccia per nascondere la loro. Il piatto dei vostri figli per abboffarsi…


Giovani di tutte le età: Sveglia!

Non è più ora di divisioni, di etichette, di partiti e partitini. Di cosche grandi e cosche piccole. Clientelari, parassitarie e antidemocratiche allo stesso modo.

È ora che i Cittadini, la Società Civile, riprendano in mano il destino di una Città che deve risorgere, e di una Politica che deve diventare Guida, non rimanere nel fango di una spudorata mangiatoia a spese di tutti, specie dei ceti più produttivi e di quelli più deboli.

L’unica divisione è tra chi si è abbrutito fino a coincidere con la mangiatoia, e la stragrande maggioranza della Città, che chiede lavoro, sviluppo, libertà, partecipazione: in una parola, Democrazia.

Chi alza ancora steccati, o è stupido o è complice. Lo sappiano i Ruvesi. Lo sappiano tutti.

Da qui bisogna ripartire. Da qui ripartiremo.

Dai fantasmi di palazzo Avitaia e dai lupi che gli ululano intorno.

Basterà accendere la luce.


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