Ruvo Libera e il suo candidato sindaco Mario Albrizio, mi propongono di sottoscrivere un manifesto fatto di cinque punti significativamente intitolato “Per la Ruvo del terzo millennio”.
E’ un manifesto che mi ha fatto riflettere perché, in un delicato momento elettorale, fatto di confronti e contrapposizioni anche aspre, contiene una prima tavola di valori da condividere a prescindere dalle diverse appartenenze politiche, a cominciare dalla mia (rispetto alla proposta politica di Ruvo Libera).
Già per questa volontà di condivisione in un momento solitamente inadatto allo spirito di pacificazione, il manifesto rappresenta un fatto nuovo e positivo.
Ma c’è una importante ragione in più che motiva la mia adesione alla proposta.
Al di là della contesa elettorale, Ruvo presenta una conflittualità esasperata, ingiustificata, che determina effetti diversi e nefasti per la città e che, perciò, va riportata entro ambiti più ragionevoli e penso alle vicine Terlizzi e Corato; ambiti più contenuti e fisiologici per una comunità non infiltrata dal malaffare o, peggio, dalla criminalità organizzata.
Certo, so che non basta un manifesto e che occorreranno altre e precise azioni, che ho ben in mente, a cominciare dalla messa in campo di strumenti sempre più efficaci e interattivi per la conoscibilità e la trasparenza dell’azione amministrativa.
E tuttavia, l’idea di una sorta di “pacificazione” per il rilancio della nostra comunità espressa nel documento proposto da Ruvo Libera, mi convince e voglio condividerla perché la promozione della partecipazione, la valorizzazione delle competenze e del merito, l’attenzione ai più fragili, sono valori che sento profondamente miei.
Per tutto questo dichiaro la mia pronta disponibilità a sottoscrivere il “Documento per la Ruvo del terzo millennio” al quale propongo di aggiungere un sesto punto che, oltre a essere pienamente coerente con i cinque già enunciati, ne rafforza l’effettività.