Dieci giorni dopo la vittoria elettorale ancora nessuna notizia ufficiale sul nuovo governo cittadino.
Certo dieci giorni sono ancora un tempo minimo per gli standard ma nell’epoca di internet e del tempo reale, la cosa appare oggettivamente un po’ datata – ancor più che nel 2011 (quando ci volle un mese per sapere qualcosa) .
Così mentre l’Europa si sbriciola sulla Brexit e la Turchia si contorce sotto gli attacchi terroristici in un Medio Oriente che ribolle e su cui si addensano le mire e le trame delle maggiori potenze del mondo per guadagnare posizioni in vista di una guerra globale che appare oggi non così remota – Ruvo procede con la solita flemma, mentre anche gli splendidi Corsi vengono brutalizzati dagli orribili lampioni dell’impiccato, segno inequivocabile e distintivo di questi cinque anni di orrore antidemocratico e disastro annunciato.
Ma stavolta il ritardo ha una ragione. Il nuovo sindaco, dicono fonti a lui vicine, si è chiuso virtualmente in una stanza e ‘sta decidendo tutto da solo‘.
Come aveva promesso. Buon segno.
Certo non sarà diventato impermeabile alle chiamate telefoniche e ai contatti con la sua maggioranza. Ma che tenga le posizioni, se così è, è positivo.
Conferma ne sarebbe l’intenzione di non nominare assessore alcun consigliere comunale.
Si eviterebbe così il primo tragico errore dell’altra volta, quando si menomò la rappresentanza politica per i normali ‘affari’ di promozione alla carica dei più suffragati, alla faccia e con sfregio evidente per chi li aveva votati.
Una roba che neanche Tafazzi…
Con l’ulteriore evidenza che chi viene da fuori ha perfettamente compreso ed evitato un errore che l’altra volta è stato allegramente commesso non solo stando in loco e in piena condizione indigena, ma nonostante noi avessino chiaramente e pubblicamente avvertito del pericolo e cercato di scongiurarlo.
Ora, se le indiscrezioni sono corrette e ancora attuali, siamo già un passo avanti.
Non rimane che aspettare la nomina della squadra di governo e i primi provvedimenti.
Ma soprattutto la prima – da cui i secondi seguono.
Pressato da tutte le parti, circondato dalle solite facce, da qualche faccia riverniciata a ‘nuovo’ e però anche da qualche volto nuovo davvero (non che sia xfactor, ma anche questo aiuta, se la novità è supportata da passione civile e competenza, e a volte lo è…) – Ninni dovrà tenere duro e non c’è dubbio che ne abbia l’intenzione.
Vedremo se ne avrà anche la possibilità.
Rompere il già fragile equilibrio psicologico dell’attesa popolare è un attimo. E poi ricucire è difficile, se non impossibile.
Basterebbe un solo errore, un solo nome compromesso col disastro sbolognato al povero Chieco, per rompere l’idillio e scatenare la psicosi del ‘sono tutti uguali‘. E a quel punto…
Siamo certi che Ninni sappia quel che fa e che percepisca la realtà cittadina molto più a fondo di quelli che gli rimproveravano di essere “straniero”.
D’altra parte il crinale su cui deve muoversi è limitatissimo e pericolosissimo.
Accontentare la “ditta” (visto? non ho detto “la cosca”… 😉 e scontentare il popolo, cioè ottombrinizzarsi.
Oppure rispettare gli impegni e i Cittadini, col rischio che gli “amici” lo facciano capitombolare in tempi brevi.
Tecnicamente, il bello comincia ora.
Se non fossimo anche sull’orlo del baratro, sarebbe anche un match interessante.
Rimaniamo pessimisti (e speranzosi di essere smentiti). Ma Chieco passa il primo tagliando. Solo l’inizio, ma è già qualcosa.
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