L’Ospedale di Ruvo l’abbiamo perso da un pezzo. Ora ci tolgono o depotenziano anche quelli intorno. Facciamo sentire la nostra voce. Abbiamo tutti diritto a un’assistenza sanitaria di serie A.
Nasce da un’idea del dr. Spaccavento il PROGETTO OSPEDALE UNICO DI PRIMO LIVELLO.
Un’idea di Accoglienza e Condivisione per la Salute dei Cittadini di Corato, Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo e limitrofi.
In alternativa alla chiusura e/o al ridimensionamento degli ospedali dell’intera area, il progetto di ottimizzare le risorse per elevare la qualità. Leggi tutto e aderisci se condividi.
Il piano di riordino ospedaliero regionale, infatti, lascia quasi completamente scoperta una vasta area a nord di Bari che comprende Corato, Ruvo, Molfetta, Terlizzi e città/aree vicine, dal mare all’Alta Murgia.
A Ruvo sappiamo bene che significa perdere l’ospedale. Non vogliamo che l’esperienza si ripeta e anzi si aggravi enormemente.
Per questo RuvoLibera sposa in pieno la causa di un Ospedale di Primo Livello nella zona: un’idea del dr. Felice Spaccavento, anestesista a Corato, che ha trovato un primo ascolto nel presidente Emiliano e, per Ruvo, anche nel sindaco Chieco.
Ma la strada è ancora lunga e serve l’appoggio di tutti. Soprattutto dei Cittadini. Singoli e associazioni. Senza alcun riferimento politico e partitico: la posta in gioco è troppo importante per dividersi.
Di seguito la splendida lettera con cui il dr. Spaccavento ha lanciato il progetto in Regione, all’indomani della tragedia del 12 luglio, ancora viva nella memoria e nella carne di tutti i Cittadini.
Difendiamo il nostro diritto alla Sanità migliore.
Difendiamo il nostro diritto alla Sanità migliore.
Caro Presidente Michele Emiliano
(e nel mio caro non c’è nessun tono polemico).
So che questi sono per lei giorni di alta tensione. Immagino a quante domande debba rispondere. Non vorrei essere al suo posto.
Ricordo benissimo la sua faccia quel pomeriggio. Ricordo il suo sudore e il colore del suo viso. Lei stava soffrendo veramente, e io, che faccio il medico e che conosco la sofferenza, l’ho capito subito guardandola fugacemente negli occhi mentre mi stringeva la mano anche se per lei ero uno sconosciuto.
Oggi finiscono ufficialmente le mie ferie. Sono arrivato nel mio ospedale, postaccio di frontiera. Amo i postacci, li ho sempre amati.
Ho timbrato qualche minuto prima come i bimbi al primo giorno di scuola, eppure è cosa che faccio da almeno 10 anni. Di solito sono puntuale, ma oggi ho deciso di partire prima e guidare lentamente, al contrario di alcuni giorni fa.
Mentre arrivavo sentivo la tristezza, l’amarezza, quell’impotenza che mi ha accompagnato alcuni giorni fa: la sconfitta, il dolore. Ho evitato di rifare la strada Bisceglie-Corato da quel giorno. Sa, una maniera di preservarmi, forse per distaccarmi.
Con i miei amici ne ho parlato poco, con mia moglie pure; i miei figli sono troppo piccoli. Vorrei allontanare presto quelle immagini di una sorta di territorio di guerra, io che al contrario sono un fervente sostenitore della pace.
So anche che il tempo, come sempre, sarà il miglior Medico, ma le cicatrici rimarranno su di me, su tutti i cittadini di Ruvo, Terlizzi, Corato, Andria, Barletta e rimarranno anche su di lei.
E allora, facciamo in modo che queste nostre cicatrici diventino radici di riflessione.
Le chiedo nuovamente di considerare quest’area del Nord barese come un’unica entità, e di pensare che questa vasta zona dell’area Nord, nel vostro Piano di riordino è stata trascurata. Presenterà ospedali di base che non possono dare una risposta sanitaria adeguata al numero elevato dell’utenza.
Saranno doppioni di se stessi, mancheranno di specialità, quali l’urologia e la nefro-dialisi, la Cardiologia di Molfetta, la Ginecologia e Pediatria e la Cardiologia di Corato, la Pneumo, l’Oculistica e l’Otorino, il servizio di Ecografia prenatale di Terlizzi, che forniscono servizi eccellenti e già ci sono.
Le chiedo perché non pensare ad unire queste bellissime e funzionali forze in una qualsiasi struttura già esistente, qualunque essa sia, creando 4/8 posti di terapia intensiva con noi anestesisti rianimatori dei tre presidi.
Perché non superare questo scoglio dei 3 paesi e considerare, veramente, il Nord barese come una unica grande città? Perché l’area Sud ha e avrà un Ospedale, quello di Monopoli, che sarà il fulcro di quella zona e non pensare che anche quest’area ha necessità di un ospedale di riferimento?
Quel pomeriggio eravamo tutti lì, indistintamente. Non ci chiedevamo di che paese fossimo, da che ospedale provenissimo. Eravamo tutti insieme per dare una risposta concreta. La buona sanità si può fare unendo le forze, le buone forze. Ce lo permetta e i risultati non mancheranno.
Io, come lei, amo la mia terra senza confini e tra Molfetta, Ruvo, Terlizzi, Corato non vedo linee di demarcazione, ma solo tanta, ma tanta gente, che ha bisogno di una sanità a 360 gradi, in un serio ospedale che non avrà mai, se non glielo regaliamo noi.
Incontriamoci e parliamone, prima che quelle cicale, quelle di quel pomeriggio, smettano di frinire.
dr. Felice Spaccavento