ABBIAMO IL SI’ PER L’OSPEDALE!
La sede a Terlizzi, Molfetta o Corato.
EMILIANO ha anche FIRMATO UN MEMORANDUM DI INTESA (la CARTA DI RUVO) augurandosi che simili LIVELLI DI PARTECIPAZIONE diventino più frequenti in tutta la Regione.
Un sì convinto e deciso quello del Governatore Michele Emiliano per l’Ospedale Unico di primo Livello, al termine di una serata magnifica, intensa, spettacolare, densa di partecipazione e di emozioni nel PalaColombo affollato e partecipe come un unico grande cuore.
Ma la folla di Cittadini ha detto sì a tutta la serata, applaudendo ogni oratore, medici delle più diverse specialità che hanno tratteggiato un quadro inequivocabile di ingiustizia che va sanata, e che invece il paventato piano di riordino accentuerebbe ulteriormente.
Ha applaudito specialmente il travolgente intervento del dr. Spaccavento, un oratore e trascinatore nato che qualunque partito vorrebbe avere in squadra ma che si dichiara allergico a ogni incarico politico. “Voglio fare il medico e voglio farlo al meglio”.
Visibilmente impressionato, il Governatore ha raccolto tutte le relazioni cartacee, ha fatto il suo intervento a braccio, energico, sincero, a tratti commosso per aver visto qui a Ruvo un livello di organizzazione e di partecipazione ancora mai visto. Augurandosi di rivederlo più spesso, anche altrove, spezzando le arcaiche logiche di campanile.
Poi prende il microfono e parla a braccio, lanciando siluri come caramelle. Sul Piano migliorabile (“non è una sentenza inappellabile”), e forse un po’ frettoloso (“Mi sono trovato messo in braccio come un bambino un piano redatto dai burocrati regionali”…) – con la stoccata finale: “In Italia i politici dovrebbero fare i politici, i giudici dovrebbero fare i giudici e i medici i medici”.
E ancora…
“Il nostro Piano di riordino era già uno sforzo di ottimizzare le risorse. Pensavamo di far bene. Ma qui siete andati oltre. Avete fatto meglio.
Stasera qui a Ruvo nasce quel tipo di partecipazione matura, che è diversa dal fare casino, che è preparata e appassionata, che è organizzata: la vera partecipazione. Quella con cui vorremmo avere a che fare anche altrove in Puglia.
Perché nessun uomo solo al comando risolve i problemi. Li risolve se alla base i Cittadini si organizzano e gli danno forza.“
Quindi il Sì all’Ospedale di Primo Livello. Senza riserve.
E poi la cosa più sbalorditiva: la firma sul Memorandum per una Sanità partecipata. La Carta di Ruvo: la pietra miliare di una nuova era di partecipazione e di collaborazione tra Cittadini e Istituzioni. Almeno si spera.
Un documento che mi era balenato in mente all’ultimo momento e che abbiamo realizzato con Felice come una scommessa.
Con tutte le incertezze sulla possibile reazione del Governatore. Poi abbiamo deciso di osare. Ancora. Lo spirito della serata lo consentiva.
Scommessa vinta. Da tutti.
Naturalmente non è finita qui. Anzi forse comincia ora la vera battaglia. Perché le promesse sono importanti. Le firme pure. Ma tutte insieme non fanno un ospedale.
Vigileremo e collaboreremo col Governatore fino a che l’obiettivo non sarà fattivamente raggiunto. E in tempi brevi, perché siamo già in emergenza, come i sanitari intervenuti hanno più volte ribadito.
Non è finita qui. Per niente.
Ma stasera è il momento della gioa e dell’euforia. È una vittoria grandissima della società civile. Una partita giocata magistralmente con un interlocutore all’altezza, e vinta tutti insieme. Poi penseremo al campionato. Oggi si festeggia.
La serata si scioglie in questo residuo euforico, trionfante, in saluti che non finiscono mai, con Emiliano che scherza e sdrammatizza: “Tutto ‘sto palazzetto e manco un cacchio di pallone mi avete fatto trovare…”
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