Pasquale Chieco scrive al ministro competente (absit iniuria verbis) Delrio un’accorata quanto tecnicamente pregevole missiva.
Oggetto: Ferrovie Nord Barese – Tratta Bari-Ruvo – Situazione di gravissimo disservizio in danno dei soggetti che usufruiscono quotidianamente del trasporto ferroviario – Richiesta di chiarimenti e di interventoEgr. Sig Ministro,nei giorni immediatamente successivi al disastro ferroviario del 12 Luglio scorso, il sottoscritto, interpretando le preoccupazioni di una comunità allarmata e disorientata, con nota n. 16801/2016, ha posto delle semplici e precise domande all’USTIF e alla Ferrotramviaria s.p.a. ritenendo doveroso dare risposte tempestive ai dubbi e alle paure provenienti da quanti si servivano e si servono quotidianamente del trasporto ferroviario sull’intera rete Bari – Barletta. In particolare, si chiedeva quali fossero le condizioni e i sistemi di sicurezza del traffico ferroviario lungo le tratte a binario doppio e unico e se il disastroso incidente avesse determinato una variazione nelle procedure di protezione e salvaguardia dell’utenza.A questi interrogativi seguiva la chiara e perentoria risposta dell’USTIF del 2 agosto 2016 (che per opportuna conoscenza allego alla presente), il cui contenuto veniva poi confermato da Ferrotramviaria s.p.a., con la quale l’ufficio competente al controllo delle condizioni di sicurezza delle ferrovie in concessione affermava che ‘i sistemi di sicurezza che gestiscono il traffico ferroviario in essere sulle tratte a singolo binario citate nella vs. nota del 26 luglio sono di tipo automatico sulla Bari – Ruvo (con doppio binario da Fesca a Ruvo) e del tipo a blocco telefonico sulla restante parte della rete: le condizioni di tali sistemi di sicurezza sono attualmente a norma di legge e in piena efficienza.I sistemi di sicurezza del tipo a blocco telefonico (e le loro condizioni) che garantiscono la circolazione dei treni da ruvo a Barletta sono analoghi a quelli esistenti al momento del disastro del 12 luglio 2016 ma, con specifico ordine di servizio del Direttore di Esercizio, datato 18 luglio 2016, i livelli di sicurezza sono stati implementati con miglioramento della metodologia di controllo degli incroci dei treni in stazione e con monitoraggio da parte di altro personale ferroviario.Con la precedente miglioria in termini procedurali e di monitoraggio è plausibile stimare un notevole impatto in termini di sicurezza per i viaggiatori e per la circolazione ferroviaria in tutte quelle tratte dove il controllo resta ancora affidato all’elemento umano’.Quindi, sia il controllo automatico sulla tratta Bari-Ruvo (con doppio binario per quasi tutta la sua lunghezza Fesca – Ruvo) che il controllo a blocco telefonico sulla tratta Ruvo-Barletta, erano secondo l’USTIF perfettamente rispondenti alle prescrizioni di sicurezza vigenti.Fatto sta che, a seguito (pare) del decreto del 5 agosto 2016 del Suo Ministero, I’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, assunta la competenza nella materia, ha emanato la nota prot. 009956/2016, con la quale si impone il limite di velocità di 50 km/h sulle tratte ferroviarie anche a doppio binario prive del sistema SCMT.Insomma, nel giro di poche settimane e per effetto di un cambio di competenze formali, le condizioni di sicurezza della Ferrotramviaria s.p.a. passano da sicure, nonostante l’assenza del sistema Scmt, a non sicure, proprio per l’assenza del sistema Scmt. E questo anche per la tratta a controllo automatico (e a doppio binario) Bari/Fesca-Ruvo.Ora, tengo a segnalarLe che, questa decisione, ha un effetto devastante per I’organizzazione e Ia qualità di vita, di studio e di lavoro di migliaia di persone che fino a ieri utilizzavano la Ferrotramviaria s.p.a. posto che determina un irragionevole allungamento dei tempi di percorrenza mandandoci indietro di venti anni e costringendo tantisslimi pendolari e studenti a ritornare al trasporto su gomma (autobus o autovettura o moto) e, quindi, a muoversi con un livello di sicurezza notevolmente più basso del treno.Le chiedo, pertanto, un Suo approfondimento circa la effettiva necessità e congruità della disposizione dell’ANSF alla luce anche delle attestazioni dei suoi uffici (USTIF) affinché, perlomeno sulla tratta a controllo automatico a binario doppio Bari/Fesca-Ruvo (stante, allo stato, l’interdizione alla circolazione della tratta a Binario unico Ruvo-Andria), possa tornarsi a tempi di percorrenza compatibili con le esigenze di migliaia di studenti e pendolari perché concretamente alternativi a quelli dell’insicuro trasporto su gomma, oggi, ridiventato più rapido di quello ferroviario.In attesa di un suo riscontro, La saluto cordialmente.
Bravo Sindaco. Sensibile e determinato.
Tuttavia il sistema SCMT NON è installato neanche nella tratta Bari-Ruvo, come si era invece detto all’indomani della strage del 12 luglio.
Era/è solo in programma e secondo le più ottimistiche previsioni aziendali (che si sa che fine fanno normalmente) sarebbe stato implementato a fine 2016/inizio 2017.
In realtà le prove sono appena iniziate e solo per la tratta Bari-Bitonto (vedi foto) Da lì a Ruvo neanche quello. Oltre Ruvo, siamo alle fantaprevisioni.
Prevedibilmente i tempi saranno ben più lunghi.
Una lettera inutile, allora? Tutt’altro. Una lettera dal grande senso istituzionale. La lettera di un uomo che crede ancora nelle istituzioni e nei ministri – nonostante tutto.
Fa un po’ tenerezza. Ma “ci sta“.
Delrio non farà nulla, se non qualche bolla di chiacchiere. Il limite dei 50 kmh serve a parare il sedere a qualcuno, a cominciare da loro e da FT. Toglierlo significherebbe assumersi le proprie responsabilità.
E mettere di nuovo l’accento sulla strage annunciata del 12 luglio. Un evento talmente pieno di precedenti più o meno gravi, che ormai attende solo la sanzione penale della Magistratura.
Ma dal punto di vista storico e delle responsabilità oggettive-morali, la questione non potrebbe essere più chiara. Il profitto, l’incapacità, la negligenza e l’improvvisazione hanno prevalso sulla prevenzione e sulla corretta gestione.
E intanto c’è chi piange i morti, i feriti, e la propria vita sconvolta. Senza alcuna certezza che questa strage serva almeno di insegnamento per il futuro – essendo ben altre le priorità di questa politica malata e non di rado colpevole.
E rimaniamo così, tutti, agnelli sacrificali e vittime possibili di ogni macroscopica lacuna che però conosceremo solo “dopo”, quando sarà troppo tardi.
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