Chi, in una sagra che si tiene ahinoi da anni, avrebbe dovuto appunto da anni notare gli scandalosi residui (che si sa benissimo non essere novità di quest’anno) e correre ai ripari per garantire negli anni a venire una fruizione sempre migliore?
All’apparenza si direbbe di no. Ma sarebbe bello avere delle risposte non vaghe. Perché quella Piazza più di ogni altra è la nostra carta di identità. E lì sotto c’è un pezzo importante della nostra Storia: alla quale dovremmo far pervenire ben altra attenzione che qualche colata di grasso, dopo la furiosa colata di cemento che tutto ha colpevolmente coperto.
Noi pensiamo invece che tutte le volte che si muove una pubblica amministrazione i risultati non possano essere meno che perfetti. Devono essere d’esempio.
Invece ecco le tracce quattro giorni dopo! E per carità di patria non voglio raccontare nei dettagli tutti gli orrori che mi sono stati riferiti sulla sicurezza, da quella sul lavoro a quella per i semplici cittadini, fili elettrici e ciabatte volanti come se piovesse.
Ma qualcuno controlla qualcosa, in questa cacchio di Città? Esistono dei protocolli? C’è qualcuno responsabile?
Speriamo di avere delle risposte migliori delle colate di unto che mandiamo ai nostri antenati là sotto.
Là, sotto il manto di desertica illegittimità che illegittimamente e antidemocraticamente ricopre il cuore della nostra identità cittadina.
Tra le fogature che già si sbriciolano, appena 8 mesi dopo la più ridicola, vergognosa, frettolosa e farlocca “inaugurazione” della storia.
Nella piazza “fatta col cuore” – che ha già bisogno di un cardiologo.