Questa Città ne ha passate tante. Ma evidentemente non c’è limite al peggio.
Abbiamo visto Piazze vandalizzate in nome della vil pecunia dalle stesse pubbliche amministrazioni che avrebbero dovuto proteggerle e valorizzarle. E abbiamo visto Sovrintendenze autorizzare quegli scempi.
Abbiamo visto seppellire sotto colate di cemento un patrimonio archeologico plurimillenario inestimabile. Ciò che non poterono i barbari invasori, hanno potuto i barbari al governo.
Abbiamo visto il centro storico soffocato e ucciso, le attività costrette a chiudere o spostarsi altrove.
Abbiamo visto importanti resti megalitici riseppelliti per far spazio a una palestra di scuola media, senza rivedere il progetto per adeguarlo ai ritrovamenti e valorizzare un passato unico: come se lì sotto invece ci fosse spazzatura.
Abbiamo visto persino le vestigia residue dell’antico castello bucherellate a piacimento nel sonno eterno di chi doveva vigilare e pensava invece a come distruggere il resto della Piazza-cuore della Città.
Pensavamo di averle viste tutte. Sbagliavamo.
Quella che vedete in foto è la recinzione lavori nella parte pubblica di palazzo Jatta. Quella che ospita il Museo, per intenderci.
Recentemente ampliata con l’acquisto di altri locali dalla stessa famiglia, l’area pubblica – dicono fonti solitamente ben informate – è stata oggetto di lavori per adeguare detti locali. In particolare, pare, attrezzandoli con bagni.
E fin qui, applauso.
Errare è umano. Perseverare è da Sovrintendenza?
Ma… i bagni sono/sarebbero stati fatti male, sbagliando calcoli e volumetrie. Per cui specie i visitatori portatori di handicap e/o in carrozzella avrebbero difficoltà di accesso.
Evvabbè. È (sarebbe) già grave aver sbagliato quei calcoli. Con soldi pubblici – sia chiaro.
Ma è ancora nulla rispetto alla soluzione trovata. 😖
Che sarebbe – raccontano le stesse fonti – di aprire un nuovo varco/finestra/accesso sulla parte esterna della facciata, variandola brutalmente e incredibilmente, nella zona appunto recintata.
La cosa è così enorme che fatichiamo a crederci, anche perché avrebbe a quanto pare (e ti pareva) l’ok se non addirittura l’attivo input della Sovrintendenza.
Che a questo punto ci si chiede a cosa sovrintenda, per la precisione…
Ma sorvoliamo e cassiamo tutto. Facciamo finta di non aver saputo nulla, di non aver avuto nessuna accorata denuncia e di non aver scritto nulla. Neanche noi crediamo a quello che abbiamo scritto. Non vogliamo.
La facciamo come domanda. Semplice semplice.
Che sta succedendo a palazzo Jatta? Perché quella recinzione? Che tipo di lavori sono in corso e con quali obiettivi finali?
Da un’Amministrazione che fa (giustamente) della progettazione partecipata la sua bandiera, siamo certi di avere le risposte giuste, che tranquillizzino la cittadinanza sulla sorte di uno dei più importanti pezzi superstiti della sua già fin troppo bistrattata Memoria.
Naturalmente non ignoriamo che il Museo nazionale in quanto tale è fuori dal controllo del Comune. Ma siamo anche ragionevolmente certi che non sia fuori dal controllo della legge – né alla mercé di piani eventualmente cervellotici non nuovi in questa città.
E nessuno più del Comune ha il diritto, i mezzi, la funzione e il dovere di tutelare in ogni modo e in ogni sede il nostro patrimonio materiale e immateriale, da ogni tipo di insidia, da ovunque e da chiunque provenga.
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