Questo capolavoro assoluto dell’arte pittorico-funeraria e non solo… questo messaggio di una bellezza senza pari e di una poesia sconvolgente, di una filosofia di avvincente trascendenza – è arrivato a noi dopo un “viaggio” nel tempo di più di duemila anni.
Una tomba scoperta e riportata alla luce nel pieno della caccia ai tesori archeologici che sconvolse la nostra città a cavallo tra il ‘700 e l’800 dello scorso millennio.
Finita poi al Museo Archeologico di Napoli, prima borbonico poi nazionale, oggi, 185 anni dopo la sua riscoperta, questa meraviglia, per quel che ne rimane, NON è più visibile e fruibile, da anni, ai visitatori di quel Museo, pare per mancanza di spazio.
Come non rimanerne scandalizzati?
Da noi i contenitori vuoti o spesso riempiti a fatica. E altrove questo gioiello della corona della nostra identità, dimenticato in qualche sottoscala.
Una situazione inaccettabile.
Facciamo appello al sindaco di Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco, perché si faccia promotore di un accordo col Museo napoletano per riportare a Ruvo quello ed altri capolavori ivi contenuti, non più fruibili dal pubblico.
Analogo appello facciamo al sindaco Antonio Decaro della Città metropolitana di Bari, a tutti i sindaci dell’area metropolitana e provinciale, corrispondente all’antica Peucezia di cui Ruvo fu capitale e al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Riportiamo da noi, definitivamente o anche solo temporaneamente, finché non abbiano una sede espositiva degna, questi formidabili attrattori turistici e soprattutto questi straordinari segni della Storia, dell’eredità e della grandezza millenaria della nostra terra.
Una Storia che aspetta ancora di essere raccontata.