In diretta consiliare, l’aut aut a Chieco
Abbiamo più volte parlato della faglia che spacca il Pd e degli esiti a cui avrebbe portato. Puntualmente confermati come al solito.
Quella spaccatura è venuta fuori in maniera plateale ieri in Consiglio comunale, dove il sindaco Pasquale Chieco è stato praticamente sfiduciato in diretta.
Protagonista la stessa ala del Pd che aveva già più volte dato prova di sé con varie iniziative contro il chiechismo dell’amministrazione: indimenticabile quella della costituzione di una associazione dell’”appartenenza”…
Chieco non lo sopportano perché tanto a decidere sono sempre i soliti 1 o 2, mugugnano. E tutti a chiedersi chi sarà mai il 2… 😉
Votano il bilancio ma “per senso di responsabilità”. Insomma per ora ti faccio vivere ma ti tengo la pistola puntata alla tempia.
E cosa vorranno per essere accontentati? Grandi proposte ideali? Ambiziosi progetti per la Città? Figuriamoci. Non pervenuta…
Qualche assessorato? O come dicono i soliti bene informati un ricatto politico affinché passi il sempre più traballante e giustamente moribondo Pug?
Chissà.
Di certo (dicono sempre i maliziosi, noi no…) stare a bocca asciutta non aiuta, e a quanto pare non basta l’”appartenenza” a lenire il dolore…
Per il resto, e anche per il Pug, la fazione pidina ribelle è quella in maggiore continuità con la vecchia amministrazione, sì, proprio quella dello sventramento di storia, piazza e democrazia, dell’esplodere del debito pubblico e sì, anche del Pug approvato nottetempo e al fischio finale, se non oltre…
Morto il Pd renziano, in coma il resto, che fine farà il Pd ruvese tra interessi passati e spinte propulsive in avanti che non dialogano tra loro e anzi sono arrivati ai ferri corti?
Sembra l’inevitabile nemesi della Piazza. Un partito dalla grande Storia distrutto, come la Piazza, dalle stesse beghe e dagli stessi artefici.
Dopo il consiglio, riunioni a porte chiuse e giri di telefonate di entrambe le fazioni. Gli uni pensano a minacciare la sfiducia formale. Gli altri a un’autosospensione che metta gli ammutinati di fronte alle proprie responsabilità.
Un’ora veramente triste. Un partito che è stato grande, poi almeno grosso (per quel che vale), e che oggi rischia un’esplosione pulviscolare.
Le fazioni nel Pd pro e contro il sindaco sono paritetiche. Tre consiglieri contro tre.
Chieco non ha più la maggioranza. Almeno, se il braccio di ferro dovesse arrivare agli esiti estremi. “Una vera pugnalata alle spalle”, dicono fonti vicine al sindaco.
Continua perciò la sua passione in una via crucis ormai quasi biennale. Il periodo peraltro è quello giusto. Domani escono gli otto santi e lui in Consiglio ne ha solo sette, sicuri. Gli altri stanno valutando se crocifiggerlo subito o più in là.
È il momento, forse, signor Sindaco, di prendere in considerazione il nostro spassionato consiglio e giocare d’anticipo.
Se ciò che muove la fronda è il mostruoso Pug, la crisi lo affonderebbe definitivamente e quindi la sola prospettiva li ridurrebbe a più miti consigli.
Se invece l’obiettivo è solo qualche poltrona, allora è solo il classico abbaiare che non morde.
In ogni caso io me la giocherei. Si vince la partita o perlomeno si fa chiarezza. Che è sempre la vittoria più grande.
La città aspetta da troppo tempo e Chieco se vuole vincere la sfida del rinnovamento deve togliersi quella palla dal piede.
Ora o mai più.