Chieco: Il Pug è aperto al confronto e migliorabile.
La sera del 21 settembre 2018 resterà negli annali di questa Città come uno spartiacque tra il vecchio e il nuovo mondo. La sera in cui Ruvo diventa politicamente e democraticamente maggiorenne.
Il Pug non è una scelta già fatta, ma un percorso da costruire insieme. “L’adozione del 2016 è il quadro da cui partire”, non una gabbia insormontabile. Si terrà conto delle osservazioni giunte e si cercherà, con la collaborazione di tutti, di arrivare non al Pug perfetto (“la perfezione forse non è cosa umana”) ma al migliore possibile nelle condizioni date.
Il messaggio è chiaro: gli impegni presi dalla precedente amministrazione sono la cornice da cui non si può prescindere. Ma il quadro è ancora da dipingere e potrà essere modificato. Proprio come aveva promesso in campagna elettorale, e ribadito fino a qui.
Un Chieco visibilmente teso e preoccupato per le tensioni nella sua maggioranza, ma determinato ad andare avanti e d’altra parte ben attento a smussare angoli, a gettare acqua sul fuoco, a non esacerbare il solco già formatosi tra componenti contrapposte del Pd, una assente e l’altra presente, entrambe al completo.
“Non cerco colpe né colpevoli e non voglio attribuire responsabilità. Questo Pug adottato è il nostro punto di partenza, insieme alle deduzioni e alle controdeduzioni. Si questa base lavoreremo costruttivamente, consapevoli che siamo all’interno di un percorso, di un procedimento che è interesse di tutti far concludere nel migliore modo possibile.”
La parola d’ordine non detta sembra essere: conciliazione. Ramoscelli d’ulivo sparsi a piene mani per scongiurare l’esplosione della sua maggioranza, per poter continuare la faticosa opera di svolta da un passato pieno di ombre e di scelte disastrose, miopi e senza orizzonte civile.
Non è facile prevedere l’esito che questa mano tesa otterrà dall’altra parte, presso i pasdaran del ”così o niente”, il partito del prendere o lasciare, gli adepti residuali della vecchia amministrazione che tanti mediocri spettacoli-passerella spacciati per “partecipazione” aveva costruito in passato.
Si convertiranno finalmente a un percorso realmente democratico?
Si dimetteranno perché irrimediabilmente in contrasto col sindaco e col partito che li ha eletti, di cui non fanno più parte?
Continueranno semplicemente a tenere in ostaggio l’Amministrazione e la Città col loro broncio incontentabile? Col loro essere ancorati al passato mentre la Città e il suo sindaco cercano disperatamente di aprirsi un varco verso il futuro?
Chi lo sa.
Di sicuro c’è che Chieco fa sul serio e “partecipazione” per lui non è solo una parola che bisogna inserire da qualche parte perché la Regione lo chiede, agghindandola con qualche pubblica riunione in cui i Cittadini sono chiamati a ratificare passivamente decisioni già prese.
Partecipazione è cosa viva, costruttiva. Che plasma e migliora la visione e il futuro della città. Solo chi non è sicuro di sé ha paura del confronto. Invece il confronto arricchisce, migliora, perfeziona e quello in atto sul Pug ha la stessa valenza educativa e costruttiva, secondo il sindaco.
È la svolta metodologica tanto attesa. Da oggi la Partecipazione non è più una vuota passerella dove si invitano i cittadini alla presentazione di una pappa già pronta e immodificabile. Ma un tavolo in cui, nell’ovvia specificità dei ruoli e delle competenze, si discute insieme e insieme si decide.
Niente aut aut, niente velleitarie discriminanti tra “competenti” (reali o supposti) e non; nessuna linea Maginot a separare il Palazzo dall’Agorà. Dalla piazza viva e interessata come questo cortile gremito e attento.
La Città dimostra di essere altamente matura e pronta per la Partecipazione. Non un intervento fuori luogo, non una parola fuori posto da parte dei cittadini intervenuti. Perfetta l’esposizione dei tecnici sul palco, gli architetti Fuzio e Di Terlizzi, l’assessore Giordano.
Abbiamo capito tutti qualcosa in più, tranne chi non c’era.
Ma soprattutto abbiamo visto senza ombra di dubbio una Città pronta al cambiamento metodologico e un sindaco autenticamente democratico: non sdolcinato, non molliccio: anzi determinato ma non per questo sordo e cieco – predisposto e attento a ogni buona idea che possa pervenire dalla società.
Se non lo faranno cadere prima, rischia di diventare un’accoppiata vincente.
Da parte nostra il grazie per una serata di autentica democrazia, l’apprezzamento per questa bellissima lectio magistralis collettiva, e l’invito a continuare su questa strada.
La Città chiede Futuro e l’unico modo per non sbagliarlo è costruirlo insieme.
Segui @marioalbrizio !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0],p=/^http:/.test(d.location)?’http’:’https’;if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=p+’://platform.twitter.com/widgets.js’;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document, ‘script’, ‘twitter-wjs’);