Se i “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie hanno rivoluzionato la letteratura di genere “giallo”, chissà di cosa potranno essere capaci i Cento Piccoli Italiani, a cui l’emozionato sindaco di Ruvo di Puglia ha conferito la cittadinanza “ruvese” qualche giorno fa.
Scrivono gli organizzatori:
“arginiamo le paure degli adulti con l’intelligenza dei più piccoli”.
E mai nulla fu detto più a proposito.
Sono e si sentono italiani. Sono nati in Italia, parlano perfettamente da italiani (pregi e difetti), hanno la vita davanti e il diritto di sognare e sperare come tutti gli altri bambini italiani, né più né meno.
Gli adulti facciano gli adulti. Mantengano se vogliono gradi e ruoli, muri e differenze.
Ma i bambini non si toccano. Dai bambini tutto ricomincia.
Di seguito il post e il video:
Ci sono Leggi che hai bisogno di leggere, capire, interpretare. Ce ne sono altre, magari mai approvate da quella politica senza coraggio, che invece sono chiarissime perché parlano della vita quotidiana.
Come lo IUS SOLI, che tante bambine e bambini vivono dalla nascita. Qui, in Italia.
Hanno genitori stranieri ma loro sono tra noi dal loro primo vagito, vivono nelle nostre comunità e hanno gli stessi sogni, le stesse paure, mangiano le stesse cose dei loro coetanei indigeni, parlano anche lo stesso dialetto. Sono italiani e italiane.
È stata un’avventura meravigliosa lasciarsi disarmare dalla loro sincerità. Nemmeno questa parla una lingua diversa, noi lo abbiamo sentito.
E, con il loro permesso, questo è il regalo che facciamo a tutti voi, realizzato in occasione della cerimonia pubblica di conferimento della Cittadinanza civica a chi nasce in Italia da genitori stranieri e residenti a Ruvo di Puglia.
Condividetelo, arginiamo le paure degli adulti con l’intelligenza dei più piccoli.