Danneggiate giostra e altalena in Piazza Castello. Ora interdette all’utilizzo. Il Sindaco Chieco scrive un post che riportiamo e che condividiamo totalmente.
Ma il problema sembra più vasto, e più grave.
Per le giostre dispiace e non poco.
Ma dai commenti e dalle altre esperienze riportate si capisce che sotto vi sia un problema ben più vasto di disagio giovanile.
Siccome i protagonisti pare di capire che siano stati individuati, la cosa migliore sarebbe prenderli e portarli ORA, non per mera punizione ma per insegnamento, con noi insieme, a rimettere in sesto quello che hanno distrutto.
Che lavorino, che ascoltino e che siano ascoltati. Perché forse alla base di questo disagio c’è che nessuno li ascolta.
Tutti hanno diritto di fruire di questi beni della collettività, e tutti hanno diritto di abitare in una comunità dove i problemi si affrontano e si risolvono insieme, senza scatenare cacce all’untore, che come sempre sono improduttive e controproducenti.
C’è un problema di fondo che è di educazione, di condivisione, di identità.
Bisogna riuscire a far sentire tutti protagonisti, anche chi non trova altro modo di “esprimersi” che questo, perché evidentemente altro non gli è stato insegnato.
Bisogna lavorare per fornire a tutti basi di connessione e condivisione. Così si costruisce il futuro.
Solidarietà all’amico Pasquale Chieco e alla squadra della #Maraviglia, il cui merito rimane intatto.
Ma occupiamoci di entrambi i problemi. Delle giostre e dei ragazzi(ni?) che le hanno ferite.
Punire e basta non serve e peggiora le cose. Perché aumenta solo la rabbia e il desiderio di rivincita.
Punire e insegnare, sì. Può cambiare le cose.