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RuvoLibera

Le Strisce Insostenibili

5 Maggio 2019

Dal nostro “Egidio Giardiniere” su Facebook, un contributo articolato ed esaustivo che merita una lettura e una riflessione non banale.

Il dibattito è aperto. Ammesso che sia mai stato chiuso… 😉

Piano soste – Consiglio comunale monotematico.

Ho atteso di verificare lo sviluppo del consiglio comunale sul tema strisce blu per formulare il mio punto di vista circa l’atteggiamento assunto a tal proposito dall’amministrazione; ho perso del tempo, perché nulla di nuovo in realtà è accaduto, l’amministrazione va avanti come un treno, nella convinzione di essere nel giusto, lei sola, mentre la maggior parte dei cittadini è dalla parte del torto.

Ma andiamo per gradi e facciamo un passo indietro, parliamo di ecologia, ecosostenibilità, mobilità sostenibile, pedonabilità e concetti simili e visto che su questi argomenti sembra quasi che il disco si sia incantato, da almeno due anni (tra poco saranno tre), anche io torno a rispolverare un vecchio episodio che dimostra quanto di poco coerente ci sia in enunciati che non sfociano in atti consequenziali.

Mi riferisco alla decisione assunta dal neoeletto (all’epoca) sindaco Chieco di abolire (temporaneamente e sperimentalmente, disse allora, addossandone la responsabilità della scelta a una richiesta di non meglio specificati commercianti) la zona a traffico limitato serale su Corso Cavour, siamo all’agosto del 2016. La cosa mi lasciò alquanto stupito, avendo seguito da cittadino elettore la campagna delle amministrative appena conclusasi, che ci aveva presentato un Chieco votato anima e corpo a una nuova visione della città ecosostenibile e all’attenzione verso i diversamente abili (altro tema che si intreccia con l’argomento parcheggi a pagamento).

La domanda che mi posi allora fu la seguente: come si fa allo stesso momento a promuovere la mobilità lenta, la pedonabilità, la fruizione del nostro centro storico e dei viali alberati da parte dei pedoni e contemporaneamente avvallare la richiesta dei commercianti di aprire al traffico l’unica area pedonale fruibile per le poche ore serali? Come si fa ad avvallare la pretesa che il cliente debba entrare negli esercizi “automunito”?

L’incomprensibile dilemma si accompagnava ad un altro anche più inquietante, l’installazione dei varchi elettronici nel centro storico, che avrebbero consentito di rendere l’intero nucleo antico totalmente pedonale, apparentemente coerente, se non fosse che quei varchi sono entrati in funzione solo qualche mese fa, in via sperimentale, e che a tutt’oggi il centro storico ospita centinaia di autovetture allegramente depositate lì dove, chiunque dotato di buon senso vedrebbe meglio ombrelloni, tavolini di bar o capannelli di giovani che si ritrovano per passare qualche ora in compagnia.

Si disse all’epoca che si puntava a spostare la zona pedonale all’interno del nucleo antico, ma per far ciò, non puoi per prima cosa aprire il corso alberato più bello che hai, a teppistelli scorrazzanti su impianti stereo da 2000 watt incorniciati da led bluastri su quattro ruote, sfrattando bimbi in bici e famigliole o comitive di residenti che si godono un po’ di fresco nelle calde serate d’estate. Ma soprattutto non li puoi sfrattare oggi per offrirgli un’alternativa, forse tra quattro-cinque anni. Tra quattro-cinque anni quei bimbi saranno diventati adolescenti e prenderanno l’autobus per i paesi limitrofi dove troveranno ciò che qui impieghiamo decenni per creare (forse), i genitori e i residenti poi, stanchi di inciampare su basole sconnesse di marciapiedi alberati illuminati come i cimiteri a mezzanotte, respirando gas di scarico dei succitati “hifi-car”, avranno nel frattempo già trovato più ospitali alternative a pochi chilometri di distanza, il timing è importante!

Se veramente si avessero avute le idee chiare, si sarebbe dovuto, innanzitutto censire il parco macchine che si vorrebbe (ancora tutt’oggi) espellere dal nucleo antico, per trovargli una allocazione adeguata, perché fondamentale nelle scelte di questo tipo è cercare di non rompere gli equilibri, non creare eccessivo disagio, fare in modo che la gente non fugga, ma trovi maggiore attrattività per continuare a frequentare quei luoghi che si intende valorizzare; attivare incentivi e politiche volte a incoraggiare l’utilizzo degli spazi liberati dalle auto (che non hanno fin’ora prodotto alcun vantaggio economico al paese), da parte di quegli operatori che avessero avuto voglia di approfittarne, senza spennarli a botte di esose tasse sull’occupazione del suolo pubblico, perché come dicevamo le auto in sosta in piazza Le Monache la TOSAP non la pagano.

Invece questa amministrazione procede al contrario, prima caccia i pedoni, poi non contenta ti trasforma tutti i parcheggi intorno al nucleo antico a pagamento, ma attenzione che “intorno” talvolta può significare anche quattro, cinque o sei parallele al ring dei corsi principali, 1320 stalli (non verificabili), ma le intenzioni sono buone, lasciare parcheggi liberi a chi viene da fuori, e alla faccia di camminare a piedi vuole entrare con la macchina nei negozi (ma se paga anche queste scelte diventano “ecologiche”). Così succede che i commercianti iniziano a notare cose strane, i clienti diminuiscono, certo c’è crisi ma in fondo per quale motivo continuare a preferire certe zone, sì il nucleo antico è bello, ma per passeggiarci bisogna pagare il parcheggio, per trovarci cosa? Sempre meno negozi, auto in transito continuamente, piazzette trasformate in parcheggi, ma promettono (ormai da tre anni) che le macchine usciranno del centro, per metterle dove?

Qui entrano in gioco i numeri, quelli che a monte non si sono considerati, ci si lamentava che non si trovassero parcheggi liberi, in certe ore della sera intorno al ring e così daglie con il piano sosta monster, 1320 stalli fino in culo ai lupi, regalato a 22856 €/anno in 12 rate posticipate TAG 0% – TAEG 0%, nessuna pietà manco per i disabili dotati di contrassegno europeo (a dispetto della campagna elettorale), 42 colonnine da €.7000 (totale €.294000) per 5 anni +1 di concessione, il tutto per fare la magia di far sparire quasi 20.000 macchine (fonte Chieco).

E invece, 1100 abbonamenti da €.30 o €.60 e quegli stalli da liberare quasi tutti occupati, salvo il lato esterno del ring dove si paga solo a tariffa piena e che accoglie stabilmente mediamente 60 auto (€.300circa/giorno => €.8000/mese), ma la magia non riesce, perché le macchine di sera non spariscono, la mattina sì, certo perché una città amministrata male, che ha fatto scappare buona parte delle imprese, oggi ha una forza lavoro che si sposta fuori durante le ore centrali e rientra proprio nelle ore in cui le macchine dovrebbero sparire, ma tutto questo l’ingenuo (?) estensore del piano non poteva saperlo, e dopo aver appaltato la concessione (manco fosse colpa dei cittadini), va ancora parlando di periodo di prova, aggiustamenti, di magheggi con app, dischi orari millimetrati, card scontate da elemosinare ai negozianti,diversamente abili da sottoporre a “revisione e selezione”, il tutto dopo aver sguinzagliato una squadra di rabbiosi cacciatori ausiliari della sosta, che se non altro hanno avuto il merito di rendere antipatico questo piano sosta anche a buona parte di coloro che le strisce blu non le disdegnavano.

Quindi dicevamo, dove mettere le auto attualmente in sosta nel nucleo antico, quando finalmente si decideranno a farle uscire? Beh forse nella risposta a questo quesito c’è la spiegazione del perché la cosa che doveva essere fatta per prima si farà per ultima, o forse sarà l’ultima cosa che farà questa amministrazione.