Riceviamo e condividiamo questo Appello ai vertici regionali dal Comitato Ospedale Unico
Dopo 18 ore di fila di turno a Ferragosto, il dr. *** stava per smontare e tornare finalmente a casa dai suoi bambini.
Non dalla moglie, però. Perché lei invece era appena arrivata per iniziare il suo turno nello stesso ospedale del marito, l’Umberto I di Corato, dove anche la signora lavora.
Ed è stata proprio lei a notare tre individui che armeggiavano pesantemente contro l’auto del coniuge.
Ha cominciato a urlare contro i tre malviventi, ricevendone in cambio minacce mortali (“se non stai zitta ti tagliamo la gola”). Incurante del pericolo, ha coraggiosamente continuato a gridare fino ad attirare l’attenzione e far scappare i tre.
Tutto questo, incredibile a dirsi. succede a tre anni dalla Carta di Ruvo e dal Piano di Riordino ospedaliero che aveva designato quell’Ospedale, come i nostri lettori ben sanno, come Ospedale di Primo Livello.
In realtà nulla è stato fatto da allora. E medici e operatori continuano a svolgere il loro lavoro, – per alcuni, come il dr. ***, la loro missione – senza un’adeguata sicurezza dentro e fuori le mura.
Vogliamo pertanto nuovamente invitare i vertici regionali a prendere atto della situazione insostenibile sul piano della sicurezza, e non solo – e a mettere celermente in atto quanto previsto dal Piano di Riordino.
Abbiamo bisogno di Ospedali di Primo Livello, non di Ospedali insicuri al massimo livello.
Ne va della serenità di medici e operatori e della salute dei pazienti di un intero Territorio di 200mila abitanti.
Il tempo è scaduto. Non sfidiamo ancora la sorte.