Chieco. Una vittoria sofferta, che somiglia quasi a una sconfitta. Spieghiamo perché, e quali vitali insegnamenti se ne possono trarre per il futuro.
(Non puoi ascoltare? Leggi la trascrizione.)
Volevo dire la mia sull’esito delle ultime elezioni e spiegare perché per me questo è il migliore dei risultati possibili.
Intanto partiamo dai risultati del centrodestra che ha avuto una prestazione più che dignitosa rasentando praticamente il pareggio, perdendo per un soffio. Questo di per sé dovrebbe far riflettere, ma la domanda più importante è perché il centrodestra, che è presumibilmente, oggettivamente, maggioranza nella città, perché e per quale motivo riesce a perdere sistematicamente tutte le elezioni.
Abbiamo visto che non basta lo sforzo dei singoli, non basta l’impegno di una persona per bene e capace come Luciano Lorusso e di chi lo ha coadiuvato per ottenere il risultato pieno. Non basta. Allora dov’è la magagna? dov’è l’errore che rende inutile ogni sforzo?
Evidentemente dev’essere in questa fissazione di andare a cercare i voti, per la verità sempre meno – del famoso pacchetto di voti del famoso tizio che più di tutti rappresenta il passato, che più di tutti ha devastato la città con la politica del millennio scorso.
Su questo il centrodestra deve riflettere se vuole diventare forza vincente e forza di governo, altrimenti non se ne esce.
Per quanto riguarda invece il centro-sinistra – definizione che, come quella opposta al centrodestra, si può discutere – per quanto riguarda il centro-sinistra il risultato è ovviamente speculare, per cui per la stessa incollatura che ha fatto perdere il centrodestra, il centro-sinistra si trova ad aver vinto.
Si tratta di circa 400 voti, comunque poche centinaia di voti, gli stessi che ha avuto per esempio la lista di RuvoLibera piccola e sola contro tutti, 5 anni fa.
Stavolta eravamo schierati con Chieco: chissà che non ci spetti un assessorato… Scherzo ovviamente, la cosa non ci interessa. Volevamo fare un pochino di ironia sulla lotta per la spartizione dei posti che già si è scatenata, ovviamente come si sarebbe scatenata anche dall’altra parte se avessero vinto gli altri.
Perché allora questa vittoria è il risultato migliore possibile? proprio perché è il risultato di una un’incollatura, un risultato di misura. Se noi infatti guardiamo un attimo alla storia sono le sconfitte che insegnano, mentre le vittorie non insegnano nulla: le vittorie spingono a continuare a fare quello che si è già fatto. E il dubbio era, negli lettori liberi ci onoriamo un pochino di rappresentare, di conoscerne lo stato d’animo – il dubbio era che la vittoria invece consolidasse i comportamenti della maggioranza uscente che per molti versi hanno soddisfatto, per molti altri no, anche in maniera seria, non trascurabile.
Quindi valutiamo questo risultato come il miglior risultato possibile – proprio perché vittoria di misura, una vittoria che somiglia quasi una sconfitta rispetto al risultato di 5 anni fa quando Chieco era sconosciuto e nuovo arrivato, e oggi invece, dopo il grande lavoro indubbiamente fatto all’amministrazione, non ha raccolto dei consensi adeguati, proporzionali all’impegno profuso. E quindi la vittoria di misura può in qualche modo essere sostitutiva di una salutare sconfitta che avrebbe sicuramente aiutato maggiormente la riflessione: la vittoria di misura può essere proprio il tipo di vittoria giusta che serve a chi ha vinto per capire che la campanella è suonata e che la prossima volta questo scarto non ci sarà più e si rischia di essere spazzati via.
Il risultato migliore possibile perché impedisce che forze che hanno dimostrato la loro immaturità politica, con ciambotti e unioni affrettate dell’ultima ora, vadano a governare la città col rischio di scaricare sulla città stessa la loro immaturità attuale. Per loro la sconfitta è sicuramente un volano per la riflessione, che noi speriamo che sappiano cogliere per presentarsi più preparati la prossima volta.
Mentre dall’altro lato la vittoria di misura, come dicevamo, potrebbe essere un buon viatico che da un lato ci rassicura sulla permanenza di Chieco, la sua competenza che nessuno mette seriamente in discussione, la sua determinazione e soprattutto la sua capacità attuale di portare a termine il lavoro intrapreso, visto che ora non deve più misurarsi con l’opposizione interna, legata a vecchi equilibri di potere e vecchie amministrazioni, la quale è stata il suo fardello più pesante nella amministrazione appena trascorsa.
Quindi se da un lato la vittoria di Chieco è risicata, dall’altro consideriamo che una parte dei voti su cui ha contato la volta scorsa, è precisamente passato dall’altra parte per mandarlo a casa. Questo serve a valutare correttamente con equilibrio le cose.
Quello che a noi sembra davvero importante, il primo gesto che chiederemmo di fare al nuovo sindaco confermato è di intervenire con un gesto – come si può dire? – plateale, simbolico, che indichi che ha capito la lezione ovvero che bisogna cambiare, che le promesse di cambiamento di alcune metodologie, di alcuni presupposti, che sono stati spese in campagna elettorale, non erano strumentali ma erano serie e che saranno mantenute. Un gesto di buona volontà verso l’elettore comune, che appunto indichi che questa amministrazione ha l’intelligenza certo di inorgoglirsi delle sue vittorie ma anche di imparare dai tanti campanelli d’allarme che sono suonati e che suonano in questo momento nelle menti più pronte di entrambi gli schieramenti, perché l’intelligenza non manca da tutte e due le parti.
Il gesto secondo noi dovrebbe essere un immediato rivolgimento del sistema delle strisce blu, rimodulandole in maniera tale che non ci sia più questa francamente offesa alla vista oltre al senso civico del cittadino normale, di questo centro allargato invaso da strisce blu totalitarie senza alternativa mentre la legge prescrive che debbano essere nelle immediate vicinanze 50% blu e 50% bianche. Da noi per trovarle bianche devi arrivare alla pineta o all’Estramurale; non è possibile, non è tollerabile.
Questa cosa è stata vissuta come un’offesa da gran parte dei cittadini che oggi hanno ritrovato la lucidità per votare comunque Chieco, ma che – e lo so per certo, per avere più contatti con questa mentalità, con alcuni come si può dire ci ho parlato per tentare di indirizzarli verso un voto utile – per dare loro il senso di questo cambiamento, per cui ripristinare il 50% di strisce bianche subito, ora, senza attendere la scadenza del contratto per due anni. In compenso questo contratto potrà essere allungato per altri anni, di modo che la società appaltatrice – se proprio si si decide di continuare con loro – scelta che abbiamo trovato molto discutibile e criticato e ancora troviamo criticabile e discutibile…
E però è scelta che spetta al Comune ovviamente, noi non possiamo né abbiamo la pretesa di sostituirci ai centri decisionali preposti – la immediata rivalorizzazione direi delle strisce di parcheggio, metà blu e metà bianche come sono ovunque, in qualunque cittadina vicina o lontana, ovunque, o se vogliamo prendere un riferimento istituzionale, a Bari capoluogo ,ovunque così dove ci sono le blu ci sono le bianche al 50%.
E un’altra cosa formidabile che va cambiata subito e che i cittadini odiano – giustamente a mio avviso e avviso degli amici con cui parlo normalmente – sono questi sensi unici raddoppiati, a volte anche triplicati o qualche volta quadruplicati – che veramente sono un’invenzione cervellotica non so di chi, non so per quale motivo né mi risulta che sia stata motivato questo stravolgimento della logica e della circolazione cittadine.
Che è una roba che a me personalmente ma anche a quelli con cui parlo e presumibilmente a tutti i cittadini complica la vita per cui nel quotidiano andare e tornare da casa o dal lavoro questa roba ci costringe a fare il triplo del percorso integrale, cioè il triplo del tempo, spendendo il triplo di carburante e soprattutto – cosa che credo sia particolarmente a cuore di questa amministrazione, inquinando il triplo.
Perché mentre tu giri per fare un arzigogolio di giri anziché la via rettilinea che c’era prima e che si è sempre fatta per arrivare dove devi arrivare, tutto, tutto scorre (come direbbe qualcuno… 😉 scorre il tassametro, scorre il flusso di denaro che esce dal portafoglio, e il fumo dagli scarichi dell’auto o del camion, di quello che hai, che inquina di più.
Quindi vorremmo capire da che cilindro è uscita questa meraviglia e soprattutto vorremmo vedere un’amministrazione che dia subito il segno di aver capito il messaggio, di aver colto e che quindi comincia a costruire la propria vittoria fra 5 anni, sennò fra 5 anni non ci sarà solo il centrodestra che non riesce a mettere a frutto la sua forza ma ci sarà anche il centro-sinistra che non riesce più a mettere a frutto la sua forza.
E per quanto oggi si possano criticare – e critichiamo ovviamente queste forme di rappresentanza che a noi sembrano molto inadeguate, molto insufficienti rispetto ai bisogni della società e che comunque in qualche modo garantiscono – come si può dire? – l’ordinaria amministrazione, non vorrei che appunto si arrivi a un punto fra 5 anni in cui anche queste due idee – sprechiamo questo termine così ambizioso – due idee di società perdono abbastanza adepti da non riuscire a raggiungere neanche la maggioranza dei votanti al seggio, e quindi la Città rimanga fondamentalmente senza rappresentanza o con rappresentanza come oggi si direbbe di nicchia, di parti della società che essendo organizzate certamente avrebbero le leve del potere in mano, ma con ancor meno progettualità non potrebbero che fare più danni, al di là delle migliori intenzioni.
Quindi in conclusione di questo lungo viaggio in cui vi ho fatto vedere sfumatamente i contorni della città che scorre dai miei finestrini, perché è della città che stiamo parlando, non di questo signore barbuto un po’ in là negli anni che racconta la sua visione delle cose – è della città che stiamo parlando, la città ha bisogno di forze politiche che ritrovino la loro spinta creativa, la loro spinta propositiva, che escano dai personalismi, dal far fuori Chieco al far fuori quell’altro, dai facili slogan (la destra, la sinistra, il centro questo, il centro quell’altro) – il nostro auspicio è come sempre che si passi invece da una logica di schieramento a una logica problema-soluzione, che cerca di capire quali sono i problemi e quali sono le soluzioni.
Perché il rischio che si corre, ma dico rischio perché voglio conservare un barlume di ottimismo – diciamo che le esperienze fino ad oggi ci raccontano che le forze cosiddette di centro-destra di solito hanno obiettivi molto limitati alla cosiddetta concretezza cioè risultati immediati di tipo economico, e impongono quindi là dove governino questo tipo di cifra.
Mentre le forze cosiddette o sedicenti di centro-sinistra spesso hanno o quasi sempre o sempre hanno i loro slogan alternativi che poi spesso slogan rimangono e impongono quelli alla popolazione.
Una definizione per tutti è quella di città educante, che sì ha il suo fascino come definizione – ma un’amministrazione non deve educare la città: la deve ascoltare.
Questo è quello che non ci è molto piaciuto dell’amministrazione Chieco e che sicuramente non ci sarebbe piaciuta in un’altra amministrazione, e cioè che destre e sinistre non ascoltano la Città, non seguono una logica problema-soluzione, ma seguono una logica quando va bene programma-operatività cioè ciò che abbiamo scritto nel programma poi facciamo. E questo sarebbe già un mezzo miracolo visto che i programmi una volta scritti ed eventualmente vinte le elezioni, si buttano da qualche parte in un angolo dimenticato quasi sempre, quasi ovunque.
Non solo questo, programmi eventualmente da realizzare – poi ovviamente non si realizzano mai neanche per metà, neanche per un terzo, ed è già tanto se ogni tanto se ne realizza qualche punto. Per esempio queste strisce blu di cui stiamo parlando non erano certo in programma – e sono state, io credo, il maggior inciampo dal punto di vista della soddisfazione popolare. L’inciampo quotidiano perché ogni mattina uno che deve fare la sua maratona per evitare le strisce blu se le vuole evitare e trovare un parcheggio gratuito, come è nel suo diritto – secondo la legge al 50% deve essere possibile – è difficile che, come dire, ti sorgano nell’anima sentimenti di simpatia per chi ha voluto questa cosa qua.
Così con un’altra colossale ingiustizia e discriminazione, a mio avviso piuttosto incostituzionale se vogliamo sprecare questa parola così importante – la discriminazione fra cittadini del centro storico e cittadini della periferia verso i quali – per scoraggiarne l’accesso al centro – non solo c’è questa cosa mostruosa della ZTL così come viene applicata, in modo per così dire totalitario – ma che praticamente esclude da una parte della città gran parte dell’altra città.
Non solo c’è questo ma c’è una evidente discriminante disparità di tariffa per cui ti abita nel centro storico paga €30 o 60 l’anno per godere di questa meravigliosa novità dei parcheggi colorati. E chi abita in periferia deve pagare €500: è una follia bella e buona, che non ha nessun riscontro né nella logica né tantomeno nella politica e nella ricerca del consenso, che è fondamentale se si vuole vincere tra 5 anni, per tutti e due gli schieramenti che sono praticamente pari – e questo io non lo dimenticherei.
In conclusione a questa lunga chiacchierata alla quale spero siate sopravvissuti senza troppa noia, il risultato è il migliore possibile perché dà a questa amministrazione e quindi alla città, che ne godrà i benefici o ne pagherà le insufficienze, dà la possibilità di riflettere e di migliorare. Speriamo che questa possibilità venga colta e la città che abbiamo fatto vedere in sottofondo possa fra 5 anni votare chi le pare magari anche votare alternative ma portarlo con più serenità, perché la campagna che si è vista quest’anno è stata scandalosamente di profilo basso per molti aspetti, direi da entrambe le parti.
Quindi speriamo di vedere una città più serena che scelga e come tutte le scelte lasci insoddisfatto qualcuno, ma che scelga con serenità, con quel minimo comun denominatore di coerenza e di senso di appartenenza alla stessa comunità, perché la politica che non ci piace è la politica in cui ognuno va a fare il comizio e carica i suoi per attaccare gli altri.
Manca, in questa città e direi in questo Paese in generale, il discorso comune, manca il discorso di un livello in cui le parti si ricompongono: è il discorso poi della nostra Costituzione, se vogliamo, ma è un discorso che sta venendo sempre meno perché anche a livello nazionale è molto più frequente la deriva colpevolista per cui ciascuna parte colpevolizza l’altra, la presenta come il peggio del peggio e questo non può che spaccare le comunità e le nazioni.
Noi Speriamo, per il nostro livello cittadino e per quello generale nazionale, speriamo che questo rischio sia nel prossimo futuro affrontato e vinto.
E speriamo anche che in questo almeno la nostra città possa essere un esempio, un’anticipazione per tutti, e tracciare la via di un rinnovamento di cui si ha ogni giorno più bisogno.
Grazie per aver ascoltato e alla prossima, se volete.
Mario Albrizio