IL TIRANNO
Un mio caro amico mi ha raccontato un po’ di tempo fa di aver incontrato due ben noti esponenti della attuale maggioranza ai quali ha fatto presenti alcune lamentele piuttosto comuni tra i cittadini, e i due hanno risposto con una alzata di spalle: “e che possiamo fare, è un tiranno, decide tutto lui“.
“Vabbè però voi alzate la mano”, ha risposto il mio amico, che non è nato ieri. Per dire che evidentemente approvano tutto quello che il sindaco “tiranno” fa e propone.
Ci siamo fatti una risatina sulle umane debolezze e siamo andati avanti con la conversazione.
Oggi ho ritrovato l’amico e mi ha raccontato un nuovo episodio della stessa saga, stessi personaggi. Stessa giustificazione, il tiranno. Stessa risposta, le mani alzate. Ma ahinoi, non in segno di resa.
Questa volta, però, ho deciso di ragionarci un po’ su, e il risultato eccolo qua.
PASQUALE, NON CI SIAMO
Pensavo inizialmente di intitolare così questo articolo, per sottolineare l’evidente impantanamento di una amministrazione che era partita con l’attacco francese e sta finendo mestamente con la ritirata spagnola.
D’altra parte lo avevo detto al (futuro) Sindaco, in campagna elettorale, 8 anni fa. Eravamo due “gemelli diversi”, due innovatori, ma uno a capo di una lista libera, l’altro collegato al sistema dei partiti e alle sue sedimentazioni trasversali di collaudato malgoverno.
Sarebbe riuscito il “nuovo” Chieco a ridare la verginità al Pd e al suo accrocchio di contrapposti (ma ugualmente voraci) interessi? Non ci ho creduto neanche per un secondo, ma ciononostante ho scommesso su Chieco, una volta eletto.
E l’ho sostenuto, fronteggiando forti e comprensibili malumori tra coloro che mi avevano accompagnato nel progetto di un rinnovamento radicale, e finalmente vero, della Città. O cambia il Pd, o almeno gli darà una scossa – ho pensato col mio inguaribile ottimismo.
E, come ho ragionato tante altre volte anche su queste pagine, una “sinistra” rinnovata non può che far bene anche a una “destra” oggi ancor più smidollata e priva di mordente, di cui non si conosce una proposta una, né una seria iniziativa di interesse pubblico, e che sta lì ad aspettare la caduta dell’avversario per morderne le spoglie.
Ma poi pensandoci su ho deciso per un titolo più generale, più comprensivo di tanti aspetti. Perché le risposte possono anche essere semplici, ma le analisi sono sempre complesse, se vogliono centrare ed esaurire il punto.
Ecco perché alla fine ho scelto il titolo che ho scelto. Non è un titolo “napoletano”, e neanche un titolo Netflix. È semplicemente il titolo giusto.
Certo un altro mio caro amico mi rimprovererà come al solito, “eh ma tu Chieco lo salvi sempre”. Ma la domanda giusta è: come potrei non salvarlo? In fondo, l’ho chiamato io.
[1. Segue]
Mario Albrizio