Genitori sul piede di guerra alla ex Carducci, oggi forzatamente sede distaccata della scuola elementare Bovio.
Oggetto della preoccupazione, l’arrivo di ospiti al Centro Immigrati, che coincide con la stessa sede distaccata della scuola.
Non si tratta di razzismo, ovviamente. Non troverebbe posto su RuvoLibera.
Ci piace la speranza, non la paura; lo sguardo lungo di chi cerca il futuro, non lo sguardo ottuso di chi si barrica nel suo presente e nei suoi “ingiusti privilegi”, come direbbe il sindaco.
Non è razzismo, quindi, che anima questi genitori. Ma una sana preoccupazione sanitaria nel sapere che ambienti e addirittura bagni saranno condivisi con adulti, sia pure ovviamente in tempi diversi.
Sarebbero ugualmente o magari più preoccupati se i loro bambini dovessero condividere i bagni con una troupe di palazzo Chigi o con la direzione del Sole24Ore sull’orlo del fallimento. 😛
Il mondo che cambia
Ora, che i nostri bambini debbano prima o poi prepararsi ad affrontare il mondo che cambia, ci sta. Ci sta tutto.
Che debbano farlo di punto in bianco per responsabilità che non sono loro, né dei genitori, né dei docenti, né del personale, né della scuola – beh, ce ne corre.
Capiamo la necessità del sindaco Chieco di dare un senso al centro immigrati, che i suoi frettolosi predecessori taglianastri hanno come al solito inaugurato, fanfaronato e abbandonato al suo destino.
A me le forbici, please… |
Le foto originali sono di Ruvesi e Ruvolive |
Ma c’è davvero tutta questa urgenza?
Si deve sconvolgere una comunità sulla base di una fretta di cui quella comunità non ha alcuna responsabilità?
Cioè, riassumiamo: mezza scuola Bovio viene sacrificata da mesi e ben oltre i termini pattuiti in una sede distaccata, con i disagi del caso; ed ora, siccome quei lavori perdurano oltre il limite, per responsabilità che di sicuro non sono loro, quei bambini vengono ulteriormente puniti?
Suvvia. Un po’ di saggezza.
Riportiamo prima gli alunni alla Bovio
L’Amministrazione faccia in modo che si rispettino gli impegni presi. Faccia finire i lavori alla Bovio, vi ritrasferisca finalmente i piccoli esuli incolpevoli, e poi si occupi del Centro Migranti.
Ogni cosa a suo tempo, come ci insegnano fin da piccoli. È il modo migliore di fare le cose.
Così anche si fa corretta politica di integrazione. Rispettando tempi, ruoli e sensibilità.
Il cambiamento richiede consenso, e rifugge dall’imposizione.
Se invece si passa sopra e si disprezza l’ansia dei genitori e del contesto, il risultato sarà che i nuovi arrivati saranno visti come prevaricatori e intrusi. Con le conseguenze del caso. Di cui a quel punto i decisori saranno ritenuti vox populi responsabili.
Il nostro appello al Sindaco è perciò di andare avanti con la sua politica, ma di venire incontro alla richiesta dei Cittadini su tempi e sensibilità.
Prima riportiamo gli alunni alla Bovio, poi facciamo del Centro Migranti quel che deve essere.
Eviteremo disordini e magari riusciremo ad essere d’esempio per altre situazioni e realtà.
Confidiamo nella saggezza del Sindaco.
A cui affidiamo anche la nostra preoccupazione per la buona conservazione della struttura, una volta andata via la scuola e arrivati i migranti.
E, di nuovo, non c’entrano i migranti. Avremmo la stessa preoccupazione se ci andassero degli italiani.
Il problema non sono i migranti. Con una politica intelligente, sarebbero semmai risorse.
Il problema sono le regole, e la responsabilizzazione dell’utenza, qualunque sia.
I bambini finora sono stati utenti perfetti, con i docenti e il personale. Si faccia in modo che lo sia anche chi verrà, chiunque sia.
Siamo sicuri di stare parlando alla persona giusta.
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