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RuvoLibera

LE VERE DOMANDE (E QUELLE SBAGLIATE) SULLA BOVIO

22 Settembre 2015





Neanche il tempo di pubblicare il clamoroso articolo di stamattina sulla scuola Bovio – articolo che avrebbe dovuto suscitare ben più adeguate e profonde riflessioni; ben più motivate e aperte risposte  ai gravi problemi emersi; neanche il tempo di pubblicare che si scatena la riffa sulla più sciocca delle domande: chi è il “Lavoratore” misterioso della Bovio che ha raccontato quelle cose?

Con allegro corollario di gente che si riconosce, o teme di riconoscersi o che verrà riconosciuta; uomini e donne, interni ed esterni; tutti a proiettare il loro sovrabbondante sé, a sentirsi scoperti, a temere il giudizio di chissà chi – per aver semplicemente (casomai fossero stati loro) detto la verità. Che in effetti dev’essere un reato grave – e chi meglio di noi ne sa qualcosa?

Bene, signore e signori, ho una notizia per voi: è una domanda stupida.

Anzi, è  una domanda due volte stupida, e in entrambi i casi gravemente.


Primo, perché è come chiedersi chi era Omero. Perché è ovvio che quel “lavoratore” esprime fatti e considerazioni che abbiamo raccolto da più fonti, sempre da quell’ambiente. Tante fonti. 

E adesso non vorremmo che la prossima domanda idiota sia “chi saranno quelle fonti”. Ma volete scommettere?

Eppure in base a questa domanda idiota non solo molti si sono “agitati” (non fatelo, specie a vanvera: vi si alza la pressione per niente); ma addirittura c’è chi non si è peritato di fare pesanti intrusioni nella privacy personale e familiare in ossequio a questa stessa ossessione, meritandosi almeno un paio di querele, che forse troverò anche il tempo di fare.

Ci passerei sopra, se almeno uno – uno! – avesse capito e risposto a tono. Se avesse risposto su fatti e problemi, anziché spettegolare a vanvera.

Ed è questo che mi amareggia di più.

Ho sempre pensato che la Scuola sia un baluardo, forse l’ultimo, alla dittatura degli incapaci imperante a ogni livello.

L’incombente pericolo di disastro della Carducci-Cotugno, dove personale e alunni sono tranquillamente esposti a un rischio amianto certificato e mai risolto, mi pareva una triste eccezione.

Ma vedo che il Medioevo è più esteso di quanto pensassi. E che la tentazione dell’omertà, del lavare i panni in casa, non accenna a diminuire.

Beh, signori, non è così. Se la Scuola non è protagonista di trasparenza, di efficienza, di apertura e di legalità; se non è esempio di coraggio civile; se non stimola e pungola il cosiddetto potere ma ne è succube – allora vi meritate di essere ridotti a “buona scuola”.

L’informazione, specie se si ha l’incomparabile fortuna di trattare con informazione libera come in questo caso, nel terzo Millennio si gestisce, si utilizza, si strumentalizza perfino: ne saremmo ben contenti, di essere strumentalizzati al fine del bene comune.

Siamo stati ben felici di farlo per sostenere la vostra richiesta sulle due maestre. Lo faremo ancora tutte le volte che servirà.

Ma i panni lavati in casa no. Non si possono accettare. Non siete un’osteria. Siete la più importante istituzione pubblica. Date l’esempio, perdio.

Proprio come avete fatto, splendidamente, rimboccandovi le maniche e asciugando la Scuola mentre le cosiddette istituzioni vi ignoravano. È quello lo spirito giusto, non questa lagna pervasiva e inconcludente.


Secondo, perché il “Lavoratore” che come detto racchiude personalità multiple e informazioni di varia ma specifica provenienza, ha fatto affermazioni ben gravi. Quelle sì, importanti

Quindi, se come speriamo avete delle risposte, è proprio quello che dovete fare. DARLE.

Cioè, assumendo che le cose rivelate siano vere, come senz’altro sono, le domande a cui dovete rispondere non sono “chi è il Lavoratore misterioso“, ma cosa avete fatto, cosa fate, cosa intendete fare in futuro, per mettere in sicurezza la Scuola.

Chi vi aiuta. Chi vi ostacola. Questo dovete dire. E fare.

Non giocare al gioco di togliere la maschera a Zorro. Lasciate stare i telefilm e le telenovelas, le insicurezze personali e le frustrazioni – mollate il pettegolezzo e tornate in voi, alla vostra missione altissima, alla funzione per la quale vi abbiamo affidato non il gossip, ma i nostri figli.

Siamo, come RL, ben abituati a risposte infingarde e irresponsabili da chi occupa abusivamente ruoli immeritati nella cosa pubblica. Ma dalla Scuola non le accettiamo e non le accetteremo mai. Neanche come reazioni individuali, come in questo caso – perché ovviamente non stiamo parlando di una reazione ufficiale della Bovio, né degli insegnanti in generale, ma di casi che per quanto limitati non si possono ignorare.  

Essere docenti comporta essere esempio. Sempre. Altrimenti si faccia un altro lavoro.

La Scuola, come ogni Istituzione che si rispetti, non deve lavare i panni sporchi in casa: non DEVE proprio averne.

Ora, per piacere, vediamo di rispondere alle VERE domande: cosa avete fatto, cosa fate, cosa intendete fare, per mettere in sicurezza la Scuola.

Chi vi aiuta. Chi vi ostacola. Questo dovete dire. E fare.

Questo è. Non altro.

I Cittadini vi daranno una mano a mettere in sicurezza la Scuola.

Ora spiegatevi apertamente e mettete in sicurezza l’opinione pubblica.


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