Liberare Ruvo si può

#SalviamoRuvo



Basta guardarsi un po’ intorno e chiedersi: quanti sono gli amministratori (sindaco, giunta e consiglieri) che hanno avuto a cuore solo la collettività, senza minimamente pensare a se stessi, ai propri calcoli, alle proprie parentele ed amicizie? 


Quanti, prima ancora di candidarsi ed insediarsi, hanno veramente pensato di dover accettare un incarico nell’esclusivo interesse della città? Quanti per sostenere la propria candidatura hanno chiesto il voto ed hanno riempito di tante promesse amici, conoscenti e sconosciuti? 

E quanti sono gli elettori che si sono pentiti di aver votato certi candidati che hanno tradito le promesse solennemente assicurate? 

La storia recente e meno recente di Ruvo racconta di tanti opportunisti che hanno assunto incarichi pubblici per sistemare se stessi ed una piccola parte di persone che erano state rassicurate per la soddisfazione delle richieste più strane, dal posto di lavoro, all’ottenimento di un permesso, per la lite con il vicino, per il divieto di sosta ecc.

A fronte di tante promesse, molte persone hanno fatto l’esperienza di un grande tradimento nei confronti delle proprie aspettative, ma soprattutto del paese. Non si spiegherebbe la disaffezione nei confronti dei partiti, la diserzione per l’espressione del voto alle elezioni, le schede bianche e nulle. 

In totale più della metà degli elettori iscritti nelle liste elettorali. Una maggioranza ridotta al silenzio od autoesclusasi per protesta.

Ormai c’è quasi una forma di rassegnazione che si radica nella costatazione che il vincolo candidato-interesse non si riuscirà mai a sciogliere, perché tutti i candidati, al momento di proporsi ricalcano lo stesso schema: curare i propri affari. Ed intanto il paese va sempre più giù per efficienza, onestà, interventi, ordinaria amministrazione, attenzione alle fasce più deboli.

Per fortuna che ci sono ancora voci che finora hanno messo in campo un reale impegno a segnalare tutti gli inganni nei confronti delle promesse di democrazia ed onestà, persone che non si sono unite al coro di elogi, applausi e dichiarazioni di buon governo della città, che hanno conservato libero il pensiero e l’incarico di denunciare evidenti illegalità e pericolose consorterie.

Per qualche elettore resta ancora l’illusione dell’affezione ad un partito o al simbolo che ha sempre votato, anche trascurando o non volendo tener conto del fatto che scandali (vicini e lontani) dimostrano continuamente che ormai la fede in una idea di politica (di destra o di sinistra) non viene considerata e rispettata nemmeno da quelli che dovrebbero difenderla e portarla avanti, ma che invece la sfruttano per attribuirsi appartenenze salvifiche. 


Le ideologie che hanno fatto la storia della società, della cultura, del lavoro e delle relazioni fra gli uomini ormai appartengono al passato. Gli ideali sembrano essere stati assorbiti dalle strategie partitiche, dalle alleanze di potere, dalle convergenze di calcoli finanziari e di scelte di categorie economiche, da consorterie che vogliono tenere salde “le mani sulla città”.

C’è chi si chiede se è ancora possibile distruggere questa gabbia di pericolosa solidarietà che inquina alla base ogni progetto di fiducia nel futuro. Questa domanda, ancora oggi, non ha trovato una risposta adeguata nei gruppi o in movimenti che si sono proposti per cambiare la situazione attuale. 


C’è chi fa denuncia, ma non assume il ruolo di responsabilità per intervenire e realizzare il cambiamento. Magari raccoglie consensi, ma non è strumento di reale cambiamento al di là della semplice segnalazione di scandali e denunce. 

Serve invece chi abbia piena conoscenza dell’esistente, conosca il passato e la storia degli ultimi 25 anni di amministrazione, sappia segnalare i gravi danni, ma abbia la forza e la capacità di impegnarsi direttamente per il cambiamento ed abbia anche la credibilità di persone oneste, mai compromesse con fatti e progetti realizzati all’ombra di sospetti e di interessati adattamenti.

A quali condizioni? Innanzitutto chiudendo completamente con tutto ciò che è stato il passato, rigettando qualsiasi alleanza con chi è stato artefice del disastro e rifiutando ogni forma di compromesso e di accordi sporchi dove difendono i gusti di pochi e dimenticano il bene comune.

Questa dovrebbe essere la spinta per portare alle urne chi ha deciso di non votare e di chi intende dare la giusta risposta di protesta costruttiva a quanti fino ad ora hanno sperperato denaro pubblico e risorse del territorio.

La proposta di Ruvo Libera va in questa direzione ed assume l’impegno serio di non adattarsi ai costumi ed alle abitudini delle ultime giunte e consigli comunali. 


Ruvo Libera rappresenta il vero cambiamento, per denunciare tutto quello che finora ha rovinato il paese e per impegnarsi a cambiare il volto dell’ente locale. 

Per realizzare il programma l’appello è rivolto a tutti quelli che vogliono un futuro migliore e desiderano spezzare quel vincolo paralizzante di amministrazioni chiuse nel loro recinto di difesa dei privilegi e dei gruppi di potere che sanno solo mantenere il controllo di ogni attività produttiva e di servizio ai cittadini. 

Bisogna mettere in moto ogni possibilità di crescita del paese. Molti hanno conosciuto Ruvo Libera per l’impegno di denuncia dei fatti e misfatti messi a segno a danno della popolazione. 

Denuncia forte e con i toni duri per sottolineare tutti i mali e gli inganni realizzati alle spalle della popolazione. Tuttavia l’intento è stato sempre quello di voler ricostruire un paese attraverso la legalità e la trasparenza e di ridare a Ruvo il volto sereno di un popolo operoso, onesto e civile, senza falsità e inganni.

Questo in sintesi lo spirito di un movimento che chiede partecipazione, condivisione e sostegno. Aperto ad ogni forma di accordo sulla base dei principi irrinunciabili di democrazia e servizio alla Città, senza altri obbiettivi.

Biagio Pellegrini