Si è conclusa (finalmente…) la Oxit con la definitiva uscita di scena dell’era ottombriniana-montaruliana (con tutto il correlato inciucioso-consociativo-distruttivo di matrice unna ma anche di abbondante farina propria…).
A Ruvo, nella stravolta sfolgorante accecante bruttezza della nuova stralunata estraniante desertica strabica obliqua allucinata e allucinante Piazza Matteotti ieri pomeriggio, intorno alle 18.45, sotto il sole impietoso della giornata più afosa della stagione, tra il solito palco di autorità e l’immancabile ola del parterre di supporters (eviterò di riportare come li definiva a mezza voce la parte non supportante… ;), un uomo brizzolato in pesante completo scuro visibilmente inusuale, giacca e cravatta di ordinanza e il commosso piglio di chi sa di essere chiamato a un compito difficile, ha indossato una fascia tricolore. .
Nel giorno della Brexit, della vittoria della democrazia con tanto di malinconico omaggio di violino all’Europa che si sfalda al suono della Nona di Beethoven (“Inno alla gioia” suona davvero ironico o forse promettente in questi momenti in cui crolla l’Europa bancaria e oligarchica e non è ancora chiaro se sarà possibile costruire un’Europa di Cittadini), Pasquale Chieco è stato proclamato Sindaco.
Un parallelismo significativo – il soffio della Storia – un campo-controcampo plasticamente cinematografico, hollywoodiano, tra lo sconforto continentale e la speranza che si riaccende in una delle sue più antiche e neglette capitali.
Comincia per la Città una nuova era piena di incognite e di rischi ma anche di possibilità.
Che Dio ce la mandi buona. Ma intanto qualcosa è cambiato per davvero, a cominciare da questa piccola, breve, inusuale ma sentita cerimonia di proclamazione all’aperto, tra i Cittadini, sul sacro suolo della Piazza violentata, con evidente intento di riappacificazione.
Quella riappacificazione che avevamo proposto con Ruvo Terzo Millennio e che la presenza di un Sindaco Nuovo rende non facile, ma finalmente possibile.
I nostri migliori auguri al neosindaco Ninni Chieco.
Abbiamo mandato in diretta le sue parole, la sua emozione, il suo impegno ribadito a gran voce tra gli applausi – anche di coloro che da domani cominceranno a ostacolarlo e a tirarlo per la giacchetta.
“Sarò il sindaco di tutti: ognuno qui deve sentirsi a casa, quale che sia la provenienza politica e da qualunque parte abbia “combattuto” alle elezioni.
“La campagna elettorale è finita. Comincia una fase completamente diversa. Ora non sono più l’uomo di una parte ma mi sento e voglio essere il padre di tutta la comunità cittadina.”
E una rassicurazione non da poco, visti i trascorsi:
“Sono un uomo di legge. Sono stato coltivato alla legalità.”
Da oggi perciò al 31 di Piazza Matteotti non c’è più il palazzaccio di don Rodrigo e dei suoi bravi, quelli che “per noi la democrazia significa che abbiamo vinto e comandiamo noi“. Ma la Casa di tutti e la Casa della Legalità.
Non capita tutti i giorni.
Che il buon vento ti gonfi le vele, signor Sindaco. E il soffio della Storia ti spinga e spinga questa esausta Città nella giusta direzione. Verso la rinascita.
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