Di norma non entriamo nelle controversie tra privati. A meno che non ci sia qualche elemento di interesse pubblico generale.
E in questo caso elementi ce ne sono a profusione. Perché i duellanti stavolta non sono comuni cittadini, ma i capi in carica dei due più importanti istituti superiori cittadini, quindi con un rilevante peso pubblico.
Uno dei due, Caterina Montaruli, preside dell’ITC “Tannoia”, è anche assessore all’Urbanistica in carica e vice-sindaco nella Giunta Ottombrini, quota Pd. E suo marito, Mimmo Scarongella, è stato assessore alla Cultura nell’amministrazione precedente.
L’altro, Biagio Pellegrini, è preside di lungo corso del Liceo Scientifico “Tedone”, la più “storica” e popolosa istituzione superiore cittadina.
Stessa area politica (ma Pellegrini si dice deluso/disilluso), più o meno la stessa età ed entrambi a un passo dalla pensione. Cosa li separa da un meritato e tranquillo riposo?
Letteralmente, un muro. E un’impalcatura, dei lavori in corso e un ampliamento della casa di abitazione dei coniugi Montaruli-Scarongella, una villetta che fa parte dello stesso gruppo di 18 villette unifamiliari identiche costruite più di trent’anni fa, zona Pineta – dove presero casa i due docenti destinati a diventare Presidi o, come si dice oggi, Dirigenti Scolastici.
Da un giorno all’altro, dice Pellegrini, nel settembre scorso gli crolla il mondo addosso.
Perché il lavoro avviato dal vice sindaco “realizza un ampliamento che danneggia il vicino.
Viene ignorato il rispetto delle distanze dal confine, inibito il diritto di affaccio, di veduta diretta, laterale ed obliqua e di luce alla villetta attigua.”
Per uno che, come chi scrive, e come capita a tantissimi cittadini, tenta da anni di ottenere il permesso di ristrutturare una vecchia soffitta fatiscente che rischia il crollo e da cui vi sono pesanti infiltrazioni al piano abitato ad ogni pioggia – e così facendo si scontra con la regolamentazione urbanistica più incredibilmente irragionevole, ottusa e ingessata d’Europa (ne parleremo prossimamente) – si tratta di per se’ di un casus che merita attenzione.
Per la verità già mesi fa più di un amico mi aveva allertato su questi lavori. Ma, se avessimo tempo di correre dietro tutte le voci, saremmo eterni e, ahinoi, non è il nostro caso. Adesso invece arrivano documenti e in quantità. C’è stata una denuncia al Tar. I lavori sono stati sospesi ed ora, dice Pellegrini, stanno per ricominciare. Da qui il tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica.
A questo si aggiunga il possibile conflitto di interessi, adombrato senza mezzi termini da Pellegrini data la qualifica della moglie-Montaruli al momento della concessione del beneficio al marito-Scarongella, sfruttando tra l’altro – osserva malizioso il preside dello Scientifico – una legge del governo Berlusconi già vituperata in un comizio:
“Fra le alterazioni della pianta dell’abitazione in ampliamento da segnalare anche una vistosa scala a chiocciola che troneggia sulla veranda della facciata innalzandosi fino al piano superiore, alterando la struttura delle villette unifamiliari site alla via Tommaso Fiore.
Presentato ricorso al TAR da parte del vicino confinante della villetta unifamiliare per l’annullamento del permesso: evidenziate gravi irregolarità ed illegittimità, oltre al conflitto di interessi.
La richiesta di ampliamento utilizza le norme del Piano casa del Governo Berlusconi che sono state criticate nel pubblico comizio da parte dell’attuale assessore all’urbanistica, beneficiario dell’intervento di ampliamento, prima di ricoprire la carica di assessore e mentre era segretario politico del PD.”
Insomma, è guerra senza quartiere. E questo, se in qualche modo fa parte della natura delle cose, oggettivamente è un po’ deprimente. Naturalmente i Presidi sono cittadini come gli altri ed hanno tutto il diritto di farsi causa, se lo ritengono.
La zona del contendere |
Con il Dissesto incombente. Con una crisi lavorativa spaventosa, che rischia di diventare crisi civile. Con il Vaso di Talos, forse il pezzo più importante dell’identità remota cittadina, portato via alla chetichella dalla sovrintendenza non si sa neanche dove. Con un altro gioiello di famiglia, la Cantina Sociale Crifo, sull’orlo di una drammatica guerra di successione e di una secessione da parte di molti soci (e anche di questo parleremo).È il quadro, che fa il dettaglio. Questa Guerra dei Presidi esprime forse meglio di ogni altra la misura del complessivo disfacimento di un’identità di pòlis tutta da ricostruire, in un contesto nazionale allo sbando e internazionale di piena tempesta.
Nessun argine sembra più tenere.
In condizioni normali probabilmente avremmo derubricato la querelle Pellegrini-Montaruli-Scarongella a lite privata, su cui, peraltro, decideranno i giudici né potremmo in alcun caso sostituirci.
Conosciamo tutti e tre i contendenti. Li stimiamo e vorremmo vederli impegnati in progetti comuni piuttosto che in regolar tenzone.
Lo ribadiamo: hanno tutto il diritto di farsi causa.
.
Ma quando la nave balla i capitani devono dare l’esempio. E non ci sono capitani più rappresentativi e importanti, per la Città, di due prestigiosi capi di prestigiose Istituzioni scolastiche. A loro affidiamo i nostri figli, quanto di meglio e più prezioso abbiamo.
Il nostro invito è a cercare un accordo. In questo senso va anche la lettera di Pellegrini al Comune (ancora senza risposta, aggiunge), che pubblichiamo qui di seguito.
Sotterrare l’ascia di guerra è sempre una cosa difficile. Ma la pace è sempre la vittoria più importante.
E sarebbe un buon esempio e un ottimo messaggio per una intera Città in agonia e in cerca di una resurrezione.
OGGETTO: Permesso di costruire per Domenico Scarongella
Sto pertanto subendo, senza alcuna colpa o omissione, danni rilevanti consistenti nella inibizione dei diritti di affaccio, di veduta diretta, laterale ed obliqua e di luce in quanto, in stretta aderenza alla mia abitazione è stato innalzato un muro che chiude il mio spazio di vivibilità e sembra voler ricordare il muro di Berlino, ma molto più alto. Tanto al fine di realizzare un ampliamento ed una trasformazione da unifamiliare a plurifamiliare della vicina abitazione confinante.
Di certo non mi si può chiedere di rinunciare ai diritti acquisiti di una esistenza tranquilla fra le mura domestiche e che qualsiasi volontà altrui di allargamento o di trasformazione edilizia, collocandosi in un contesto abitativo di presenza di soggetti dotati di dignità e della dovuta rispettabilità, possa ignorare e/o calpestare i valori di legalità e civiltà.