Le adesioni raccolte, pur significative, non ci hanno consentito di partecipare all’asta come avremmo voluto.
Lo scarsissimo tempo a disposizione ha impedito una più capillare diffusione del messaggio e una adeguata raccolta di fondi.
Abbiamo chiesto a Bolaffi, via mail, di cedere gratuitamente il materiale alla collettività, perché rimanga a disposizione di tutti.
In cambio abbiamo offerto di rompere il nostro più caro tabù: solo informazione, niente pubblicità.
Abbiamo pertanto offerto di ospitare anche massivamente la loro pubblicità sulle nostre pagine – ch alla lunga avrebbe forse dato un utile maggiore.
Non abbiamo ricevuto risposta, né ovviamente ci facevamo illusioni.
Sentivamo però di dover tentare tutto il possibile, senza risparmio – e l’abbiamo fatto.
Non è bastato.
La memoria di Moro, e soprattutto l’ancora irrisolto mistero che ancora oggi irconda la sua (e nostra) vicenda – hanno subito così l’ennesima onta, l’ennesimo atto di squalifica, di deprezzamento, di svendita e in ultima analisi di occultamento.
Ma la cosa non finisce qui.
Abbiamo preso l’impegno di riprendere il discorso su Moro con un’associazione trasversale, al di là di partiti e interessi contingenti.
Perché la vicenda Moro è la vicenda della nostra stessa democrazia. E noi non voglimo rinunciare né alla democrazia né alla verità – perché l’una non si da senza l’altra.
Ne parleremo il 9 maggio alla Veglia Civile.
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