Appare sempre più evidente che la strage del 12 luglio, con 23 vittime e decine di feriti, non è stata affatto il frutto di un’imponderabile casualità, ma il risultato di scelte sbagliate, di omissioni, di prassi distorte e alla lunga pregne di inevitabili conseguenze tragiche.
Non basta, non ci basta, non può bastare prendersela con i soliti capri espiatori. Che paghino la loro parte di colpa, se tale sarà riconosciuta. Ma sappiamo tutti che serve ben altro. Serve andare fino in fondo. Serve Giustizia. Costi quel che costi.
Chiediamo a Michele Emiliano, a Pasquale Chieco e ai sindaci del bacino di interesse, da Barletta a Bari e limitrofi, di costituirsi parte civile nel processo che si instaurerà e di porre con forza in tutti i loro atti l’esigenza di farla finita col clientelismo, con la distrazione di fondi pubblici, con l’inefficienza sistemica e l’irresponsabilità conclamata di una classe politica che, salvo eccezioni, è la vera responsabile di questo e di mille altri disastri.
Questa strage orribile ha mostrato che il re è nudo, e che nessuno è al sicuro.
Oggi nessuno ha più alibi, ad ogni livello. Si tratta di essere complici di un sistema omicida o di combatterlo e sradicarlo per sempre dalle vite dei nostri figli.
È ora di invertire la rotta e di fare del Sud e dell’Italia un Paese libero, fondato sul merito e sulla solidarietà, sulla legalità e sulla competenza anziché su mere appartenenze nepotistiche, clientelari e parassitarie.
È il momento giusto. Si reagisce o si viene travolti. La scelta non potrebbe essere più facile.
I Cittadini vi sosterranno.